Regia di Francesca Comencini vedi scheda film
Mariaa donna sola (ma poi, perchè? Eppure è discretamente bella, intelligente, boh?); Maria vive in pratica da sola (a Napoli, con i costi degli affitti e lo stipendio misero d'insegnante..boh?); Maria esce da sola (a Napoli, nelle sue mille contraddizioni...mah.) E poi non è più tanto sola. Poi, Maria, che dovrebbe conoscere i bambini (è un insegnante, avrà sentito tante storie, è matura, ha le sue idee), partorisce da single (ma chi? Ma dove? ), E poichè la creatura resta in incubatrice, Maria non è più sicura di sè. Oddìo, magari ci può stare, le inoerenze del post partum sono tante. Però, poi, Francesca Comencini dovrebbe raccontarci qualcvosa. Ma non lo fa. Si limita ad aspettare che il film finisca. E noi, impazienti, con lei. Sarà per caso un'opera alimentare mascherata da prova d'autore?
Maria, insegnante pluriquarantenne, mamma single, è costretta a vivere nel limbo dell'attesa ("Lo spazio bianco"), perchè sua figlia è costretta in incubatrice da un parto prematuro. A confronto con il suo non essere prova a dimensionare in modo meno perfetto e più semplice la sua vita.
Il libro era davvero difficile. Ma un film è un'altra cosa: solo con più storie si fanno i le opere. E qui, mi pare, di storie non ce n'e manco una. In ogni caso, cambierei la regista.
Non un guizzo, nè un colpo di scena. Una prova senza stile (movimenti di macchina rigidi, carrelli inutili, carrellate orizzontali ovvie e mai funzionali alla trama), nè forma (perchè la mdp indugia sul corpo della Buy?). I tempi di "Mobbing - Mi piace lavorare" sono lontani. Ma, forse, non era la storia adatta a lei.
Stereotipata, scadente. Muove le mani e il corpo in manioera meccanica. Non pare mai davvero un'insegnante.
Inutile: ricorderemo sempre il "gomorriano". La Comencini, qui, sbaglia il casting. E Cantalupo ci regala una recitazione scontatamente falsa.
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