La quarantenne Maria, insegnante napoletana, partorisce una bambina al sesto mese di gravidanza. La piccola viene ricoverata in terapia intensiva e Maria deve limitarsi a spiare i primi giorni di vita della figlia attraverso l'oblò dell'incubatrice. La circonda un bizzarro mondo ospedaliero, fatto di macchinari sconosciuti e di attese infinite in sala d'aspetto. Fuori di lì la aspetta il suo lavoro in una scuola serale, a contatto con una Napoli tanto degradata quanto eccentrica.
Note
Tre anni dopo la condizione di disperazione che poco margine lasciava a una qualsiasi forma di riscatto e di speranza, così come ci era stata presentata Milano in A casa nostra, Francesca Comencini riparte dal ricco impasto di spunti che (solo) una città come Napoli può offrire. Una splendida Margherita Buy, che per la prima volta si mostra in un nudo integrale, a Venezia 2009 forse avrebbe meritato qualche riconoscimento in più.
Molto professionale e creativa la regia, sceneggiatura che tiene e mostra solo ciò che deve far vedere. Argomento certamente per chi ha cuore di ascoltare e com-patire, cosa che appare sempre più difficile a tanti commentatori di questo sito, vero specchio di un'umanità estraniata e in sofferenza.
Questo film è destinato a un pubblico capace di "mettersi nei panni" di persone che attraversano ore terribili in cui il tempo si dilata. Sono entrata in quello "spazio bianco" nei mesi di coma profondo di mio marito e questo film racconta magistralmente tutti gli stati d'animo, le contraddizioni, lo stupore sulle altrui vite sospese.
Pensavo fosse un film decente, invece è l'ennesimo film italiano che non serve a niente. Noioso, lento, pesantissmo che te le fanno proprio cadere (scusate l'espressione). Basta con la Buy. Non se ne può più
Maria (Margherita Buy) gode di un appartamento con una splendida terrazza. Lì trascorre in solitario le serate. Sullo sfondo, una Napoli rumorosa e accattivante insieme. In questo modo cerca di esaltare quel tempo decelerato, difficile da sopportare, perché la sua bambina è nata prematura, dopo appena 6 mesi di gestazione, ed è costretta all’interno di… leggi tutto
Forse non riesco a pormi alla giusta distanza per giudicare questo film perchè noi(mia moglie e io) l'esperienza che vive la protagonista di questo film,Maria,l'abbiamo vissuta per davvero sulla nostra pelle.Venuta al mondo troppo in fretta,per circa un mese abbiamo visto nostra figlia attraverso il vetro di un incubatrice,esserino minuscolo con tubi e cavetti da tutte le parti,per un… leggi tutto
Ennesimo film italiano con presunzioni registiche e attoriali, quelle sì di alto livello. Un film costruito su Margherita Buy senza che ci siano le fondamenta, che indugia sulle sue zampe di gallina senza pietà (ma fa molto “d’autore”). Arrogante la messa in scena che getta lo spettatore nel pieno della vicenda che, senza troppe spiegazioni balza da una situazione… leggi tutto
Lo spazio bianco del titolo è quello asettico di una stanza d'ospedale dove Irene, nata prematura a soli 6 mesi, vive attaccata a un'incubatrice. A vegliarla ogni giorno c'è Maria (Buy), insegnante ultraquarantenne in una scuola serale partenopea, che ha riempito lo spazio bianco della sua vita con relazioni precarie, solitudine, qualche buona amicizia, e che adesso si trova…
Una donna sulla cinquantina viene abbandonata dall'uomo che l'ha messa incinta. Per giunta, il parto è prematuro: al sesto mese nasce una bambina con gravi problemi di salute, costretta a rimanere tre mesi nell'incubatrice.
La storia viene da un romanzo di Valeria Parrella, omonimo; la sceneggiatura è di Francesca Comencini e Federica Pontremoli. Il rischio più…
-- Le interruzioni hanno un loro fascino, vedi Patti Smith quando si è ritirata nei sobborghi. Anche tu, a fine anni Novanta, hai lasciato perdere per un po’.
-- Ho mollato due volte nella mia vita.…
L'attesa, o meglio, quando l'attesa si trasforma da momento di transizione e fase di passaggio a scopo primario. Quando è o diventa il vero perno attorno a cui srotolare riflessioni, considerazioni, scoperte: quando…
Porca miseria. Io Maria la vedevo bruna. L'avevo immaginata bruna senza neanche provare a chiedermene il perché. Non voglio cadere nell'errore, quello tipico, del confronto di mezzi diversi (la parola scritta e l'immagine filmata). Non mi interessa stabilire una graduatoria e paragonare il racconto a una scelta di immagini. Non voglio e per fortuna a parte il colore dei capelli (immaginato)…
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Commenti (9) vedi tutti
Film un po' angosciante ma ben fatto e ben interpretato
commento di Artemisia1593Molto professionale e creativa la regia, sceneggiatura che tiene e mostra solo ciò che deve far vedere. Argomento certamente per chi ha cuore di ascoltare e com-patire, cosa che appare sempre più difficile a tanti commentatori di questo sito, vero specchio di un'umanità estraniata e in sofferenza.
commento di GATQuesto film è destinato a un pubblico capace di "mettersi nei panni" di persone che attraversano ore terribili in cui il tempo si dilata. Sono entrata in quello "spazio bianco" nei mesi di coma profondo di mio marito e questo film racconta magistralmente tutti gli stati d'animo, le contraddizioni, lo stupore sulle altrui vite sospese.
commento di Ginfilm che trasuda NOIA !!!!!! lentissimo e pesantissimo…e pensare che dura "solo" 90 minuti…voto 3
commento di VAJONTfilm godibilissimo su Napoli(fotografata in modo splendido) e la sua varia umanità.Bravissima la Buy .
commento di maramaoCinema italiano di qualità
commento di PugnoBuono. Brava la buy
commento di bond20Voto al Film : 6
commento di ripley77Pensavo fosse un film decente, invece è l'ennesimo film italiano che non serve a niente. Noioso, lento, pesantissmo che te le fanno proprio cadere (scusate l'espressione). Basta con la Buy. Non se ne può più
commento di XANDER