Regia di Jörgen Bergmark vedi scheda film
Gelo svedese. Un’atmosfera glaciale ricopre questo per nulla banale (nonostante le tematiche stra-abusate: infedeltà, amicizia, divorzio, sensi di colpa e via dicendo) lavoro dell’esordiente Bergmark; con fare chirurgico la storia analizza dall’interno i problemi di due coppie viste come somme di unità, dove ogni individuo è ben caratterizzato e dotato di una personalità discretamente complessa. Anche i momenti più ironici vivono un approccio distaccato, per l’appunto ‘razionale’: ma la razionalità c’entra ben poco con i sentimenti, e tutto il castello di ipotesi ‘ragionate’ crolla impietosamente al confronto con la realtà. Francamente difficili da comprendere i paragoni con l’indagine bergmaniana sulla coppia. 5/10.
Due coppie di amici di mezza età: un marito diventa l’amante della moglie dell’altro. Ma per coscienza i due decidono di rivelare ai coniugi quanto sta accadendo; nessuno vuole interrompere i matrimoni e la soluzione diviene una convivenza a quattro. Pressochè impossibile, per forza di cose.
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