Regia di Jörgen Bergmark vedi scheda film
Come sono forti gli echi di Bergman... D'altra parte il regista stesso afferma che è inevitabile: se sei Svedese, non puoi non essere mentalmente influenzato da questo grande maestro. Ad ogni modo l'esordiente Bergmark dà anche un'impronta personale al suo film, arricchendolo di nuovi registri narrativi. La pellicola è psicologica, introspettiva, ma segue un andamento, nella seconda parte, avvincente, in vertiginosa ascesa nella rappresentazione del gioco al massacro e delle inquietanti reazioni. Un film asciutto, con interpretazioni impeccabili, dai dialoghi essenziali e curati. Non vi è autocompiacimento né giudizio. Un esordio maturo e piuttosto riuscito, che spero preluda a una nuova onda cinematografica svedese sulle tematiche esistenziali.
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