Regia di Robert Schwentke vedi scheda film
Era stato presentato col voto buono, adesso gli hanno appioppato una bella mediocrità. Se non avessero apportato tale cambiamento, non avrei piantato questa piccola polemica.
In genere, la critica cinematografica scinde la rappresentazione dei sentimenti in due schiere: quella buona (alla Roman Polanski o alla Woody Allen di MATCH POINT) e quella cattiva (alla Nino D'angelo e Mario Merola).
Insomma, se il tuo melodramma non si tinge di pessimismo alla Dino Buzzati, se lascia un pur minimo spiraglio di speranza e soprattutto se non c'è traccia di nichilismo sociologico, finirai catalogato inesorabilmente nella schiera degli strappalacrime napoletani. La pellicola in questione è forse la migliore rappresentazione sentimentale degli ultimi anni (non a caso, c'è lo zampino dello stesso pluripremiato autore di GHOST e MY LIFE).
Se LOVE STORY se la cavò - in fin dei conti, meritatamente - con la sufficienza, il film di Schwentke è un capolavoro.
P.s.: scherzi a parte, il lavoro degli interpreti è di tutto rispetto.
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