Regia di György Pálfi vedi scheda film
Film decisamente atipico e particolare, a tratti sicuramente disturbante. Si narra delle vicende di una famiglia molto curiosa, percorrendone la storia lungo l'arco di tre generazioni. Al di là dell'originalità delle vite dei protagonisti (un gerarca militare, un campione di abbuffate che ha l'onore di dare il nome ad una tecnica di vomito ed un tassidermista) ciò che colpisce di questo film è l'accostamento brutale ed immediato tra fisicità estrema e talora disgustosa e tratti di poesia. Il fiotto di sperma che quasi buca il soffitto per giungere alle stelle, è emblematico in tal senso ed indica, insieme ad altre scene molto particolari, una connotazione grottesca della pellicola che in tal senso la rende sicuramente qualcosa di più di ciò che appare. La morbosità del regista verso certe immagini (sessi ripresi in primo piano, carcasse di animali usate come oggetti sessuali, animali domestici che sventrano i loro padroni, vomitate collettive a seguito di abbuffate, personaggi ambigui che fanno imbalsamare un feto morto dentro un portachiavi trasparente ed altro ancora) porta istintivamente ad un moto di ribrezzo e rifiuto, probabilmente anche di critica ma di fatto l'uso di tanta enfasi visiva e l'innesto di momenti invece più metaforici, rendono questa pellicola molto particolare e unica nel suo genere. Non mi sento di consigliarlo a tutti, il film è forte e talora soffre di qualche momento morto ma sicuramente è originale ed ha un suo valore artistico assoluto. Impossibile dare un voto.
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