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Taxidermia

Regia di György Pálfi vedi scheda film

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La recensione su Taxidermia

di bradipo68
8 stelle

La tassidermia è l'arte di comporre i corpi per evitare loro la decomposizione.Si può dire volgarmente che è l'arte di impagliare.Che cosa c'entra con questo film?C'entra solo nel suo ultimo segmento.Il film di Palfi è un bizzarro affresco generazionale(veramente qualcosa di mai visto) in cui si narrano attraverso gli anni la vita e le gesta di tre generazioni della stessa famiglia in tre episodi ben distinti.
Nel primo episodio ambientato in un non luogo in cui non c'è nulla tranne un paio di caseggiati e la nebbia che tutto circonda il soldato  Morosgoványi,maniaco onanista deve rispettare le consegne del suo tenente.Lui si masturba a ogni occasione(e  usa anche tecniche particolarmente creative) fino ad avere(forse) un amplesso con la moglie laida e grassa del tenente(attraverso la cotenna di un maiale) da cui nascerà un figlio,Kalman, con la coda suina adeguatamente amputata alla nascita:Kalman diviene uno "sportivo":campione in tutte quelle feste e fiere diventa un fenomeno della mangiata(e del successivo vomito) con tutti i record di tranguagiamento di cibo.Si innamora(?) di collega e avranno un figlio nonostante i problemi riguardo per l'attivita"agonistica" legati alla gravidanza.Il figlio è a differenza dei genitori magro come uno stuzzicadenti,pallido come un cadavere,si chiama Lajoska ed è lui che in un'epoca più moderna e vicina a noi fa l'impagliatore.Ha ancora il padre che diventato talmente obeso da non potersi più muovere è tenuto in una stanza prigione con la tv e la compagnia di gatti giganteschi cresciuti a margarina.Nel finale del film assisteremo all'ultima,suprema creazione di Lajoska.La sua ultima scultura di carne che non sfigurerebbe nella collezione dei mostri di Cronenberg.
Taxidermia è un film che dovrebbe essere visto seguendo l'avvertenza di tenere disgiunti gli occhi dal centro mesencefalico del vomito.Oppure da vedere a stomaco vuoto.Perchè la visione potrebbe avere spiacevoli effetti colalterali.La cinepresa di Palfi non si risparmia nulla,non si sottrae di fronte a nessun particolare lasciando poco all'immaginazione e se da una parte abbiamo dei brani di cinema oltre i confini del grottesco dall'altra abbiamo anche soluzioni registiche e di montaggio realizzate col lampo della genialità(la rotazione della vasca ad esempio o la realizzazione dell'ultima scultura di Lajoska).I tre episodi in cui è articolato il film sono assai diversi tra di loro:il primo ambientato in un'epoca imprecisata(ma presumibilmente siamo nei dintorni di una guerra)in un non luogo circondato da nebbie ha un alone surreale che lo avvolge come il nulla sabbioso avvolgeva il deserto dei tartari:una comunità molto chiusa,un soldato maniaco e fantasioso che trova tutte le occasioni per masturbarsi e che poi ha questo rapporto (reale o immaginario non si sa) con la moglie del suo tenente.O forse era solo la cotenna del maiale.
Nel secondo episodio il non luogo diventa l'Ungheria comunista in cui l'ancora giovane Kalman è un brillante "atleta" molto conosciuto(addirittura da vecchio si vanterà con Lajoska che c'è una tecnica di vomito che porta il suo nome).Qui siamo immersi nelle atmosfere delle gare e nella finta libertà di questi testimonials del regime,grassi e felici,mandati perennemente in vacanza dopo le gare.A queste gare di abbuffata si dovrebbe respirare un atmosfera leggera e conviviale e invece quello che si ottiene è una celebrazione funerea del regime e dell'intellighenzia ungherese figlia naturale di quella sovietica.
Il terzo episodio ambientato ai giorni nostri è la narrazione dello squallore di un'esistenza ,della solitudine e dell'alienazione di Lajoska,l'ultimo rampollo di una generazione malata i cui approcci col genere femminile sono destinati comunque al fallimento.Una vita presumibilmente libera camminando sulle macerie (metaforiche e reali) lasciate dal regime comunista che ha disseminato grigiore ovunque.Vive assieme a quello che è rimasto del padre,informe ammasso di adipe prigioniero in una stanza bunker con unica compagnia una televisione e dei gatti tenuti a debita distanza.E dal punto di vista registico la creazione dell'ultima scultura di Lajoska(l'anello di congiunzione tra vita e morte) scaturita da un'ossessione compulsiva per un lavoro come il suo è qualcosa che rimane impresso negli occhi.
Taxidermia è un film assolutamente originale opera di un cineasta giovane,folle e con lampi di assoluta genialità.

Su György Pálfi

regia di grande fantasia 

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