Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film
Alla vigilia di Natale l'avarissimo Scroodge (Carrey) riceve la visita di tre spiriti che rappresentano passato, presente e futuro. Le tre entità soprannaturali gli mostrano cos'è stata, cos'è e cosa sarà la sua vita se continuerà a comportarsi in maniera tanto dissennata e avida.
Tratto da un racconto di Charles Dickens, il terzo film in motion capture (dopo Polar Express e La leggenda di Beowulf) di Zemeckis assembla la classicità del racconto con la modernità delle tecniche di ripresa e il 3D. Se il primo funziona con molti limiti e non va oltre l'apologo morale, la seconda rappresenta un passo in avanti rispetto alle due opere precedenti, con una ridda di trovate visive impressionanti che restituiscono appieno il senso di magia del cinema: il film è tutto un virtuosismo, un'invenzione su dove piazzare la macchina da presa senza perdere nemmeno per un attimo la capacità di meravigliare, tanto riesce a rendere reale ogni singola giuntura del corpo nodoso di Scroodge.
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