Regia di Pier Francesco Pingitore vedi scheda film
Pingitore prosegue imperterrito sulla sua strada: banalizzando questioni pure serie (dalla malasanità alla corruzione dei politici, dall'estorsione alle truffe bancarie) e sfoderando i suoi assi (sempre meno: qui degli storici del Bagaglino rimangono solo Gullotta e Mattioli, mentre in vece di Pippo Franco c'è l'ex moglie Laura Troschel) e le solite figurine demenzial-televisive, fra cui Aida Yespica, Enzo Salvi, Eva Grimaldi, il pur bravo Biagio Izzo. L'originalità, insomma, non passa di qui; la solita 'caciara' italiota investe una trama intrisa di sciocchezzuole e luoghi comuni e ricalca in sostanza l'idea dello stesso Pingitore che era alla base del suo Ladri si nasce (1997), in cui il filo rosso era quello del furto e dell'estorsione, con una cifra che si ingrossava passando di mano in mano fino ad arrivare, sorpresa sorpresa, in tasca ad un politico: esattamente come qui. Il finale trasmesso in tv (Gullotta terrà o non terrà il malloppo capitatogli per caso fra le mani?) è stato scelto dai telespettatori con il voto telefonico: quando il cinema è ormai una inerme sgualdrina, la squallida prostituta della televisione. Non a caso il pubblico votò per il finale in cui Gullotta fa la cosa più italiana, ovvero compie - senza pensarci troppo su - la scelta della disonestà e dell'infamia.
Un pensionato, per aggirare la lunghissima lista d'attesa prevista per un'operazione, sgancia una mazzetta ad un infermiere: si tratta però di una truffa, che verrà subito restituita all'infermiere da un tour operator, a sua volta truffato in banca... e così via, aumentando via via la somma esponenzialmente, fino ad andare ad ingrassare con 2 milioni di euro un noto politico.
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