Regia di Stefano Reali vedi scheda film
Può un uomo finire in carcere ed essere condannato per spaccio di stupefacenti pur essendo completamente innocente? A Daniele Baroni, piccolo imprenditore torinese, succede proprio questo, per una serie di coincidenze del tutto verosimili. Ma il suo avvocato tiene duro e un poco alla volta riesce a far riemergere la verità.
Nel 1998 Stefano Reali gira Ultimo, fiction ampiamente romanzata sull'eroico carabiniere che ammanettò Totò Riina; come per una specie di par condicio, 7 anni più tardi Stefano Reali gira L'uomo sbagliato, fiction ampiamente romanzata sull'uomo che il capitano Ultimo ammanettò sbagliando e destinò a lunghi anni di detenzione ingiusta a causa di una serie di equivoci e coincidenze verosimili, ma decisamente improbabili. Questa è la storia di Daniele Barillà, rinominato Baroni nella sceneggiatura di Reali e di Graziano Diana e Salvatore Basile; la storia kafkiana di un innocente umiliato e punito per ragioni a dir poco assurde. In quanto film per la televisione (sponda Rai), L'uomo sbagliato soffre di tutti i difetti tipici delle opere per il piccolo schermo: durata spropositata (due puntate da cento minuti circa ciascuna) che disperde eccessivamente la materia narrativa; luci, scene e costumi approssimativi; recitazione enfatica e interpreti spesso discutibili. Tanto per cominciare il protagonista Belle Fiorello, molto poco in parte, forse vittima di una messa in scena in cui la ricerca di facile emotività e patetico esondano; fra gli altri attori impegnati vale la pena di citare Antonia Liskova, Gaetano Amato, Emilio Bonucci e Alberto Molinari. Mezzo voto in più per l'importanza dei contenuti, nonostante la forma mediocre. 2,5/10.
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