L'orrore storico dell'apartheid sudafricano (e in particolare, stando a info trovate in giro, un episodio specifico detto "District Six") e la questione contemporanea e scottante dell'immigrazione viene messa in scena da Blomkamp attraverso due sapienti stratagemmi fondamentali. Innanzitutto, invece di fare l'ennesimo film storico/di denuncia intriso di retorica e finte lacrime sceglie di adottare (come fecero Carpenter e Romero, e altri grandi Autori e Autrici non solo di Cinema sia precedenti che successivi) in modo Metaforico il Cinema di Genere, in questo caso Fantascienza, costruendo un presente alternativo (frutto di un passato alternativo, come accadeva anche in "Watchmen") dove gli alieni sono atterrati sulla Terra (e in particolare a Johannesburg, in Sudafrica) e sono stati stipati in un enorme ghetto. Secondo stratagemma, Blomkamp però vuole dare un tocco di (Neo)Realismo alla sua Opera, scegliendo il Codice ora in voga del Mockumentary, ma senza seguirlo integralmente: infatti, a riprese palesemente "documentaristiche", come interviste, camere di sicurezza e servizi tg, si alternano inquadrature che invece non vengono giustificate come reportage, catturando momenti che sarebbe stato assai arduo spiegare come "riprese realistiche" senza dover imporre forzature estreme al principio di incredulità. Si opta quindi per un approccio al mockumentary lontanissimo dal found footage che oggi definisce quasi totalmente il filone e molto più vicino a quello usato nel passato (come in "Cannibal Holocaust" di Deodato o "Hi, Mom!" di de Palma), quando il mockumentary non era ancora (mi pare) definito come "genere" a sé stante ma bensì veniva visto come un mezzo realista (e neo-realista) per catturare meglio la realtà e il modo in cui essa viene filtrata dai media. Comunque, anche le riprese "non documentaristiche" sono realizzate prevalentemente con macchine a spalla, quasi come se fossero pure quelle documentaristiche, conferendo quindi una coerenza all'Opera e confondendo narrazione 'classica' con narrazione 'filtrata dai media'.
Fondendo questi due Stilemi (Cinema di Genere e Documentario), aggiungendo poi l'intelligenza nella scelta delle Inquadrature, la straordinaria Bellezza degli Effetti Speciali e del Make Up (e ora sono estremamente curioso di guardarmi qualche making of per vedere come sono stati realizzati, anche se posso intuire le scelte principali), la naturalezza degli/lle attori/rici, la Colonna Sonora pervasa dalla tormentata Anima Sudafricana e molto altro ancora, "District 9" riesce a trattare i Temi Scottanti dell'Immigrazione e del Razzismo, riportando a galla le cicatrici dell'Apartheid, spingendo lo/a Spettatore/rice alla Riflessione su questi Problemi e sulle potenziali soluzioni senza scadere mai nel buonismo o nella facile retorica, ma mostrando la Violenza sia come brutalità dell'esercito "civile" e "umano", sia come mezzo usato da spietati gangster, sia come mezzo possibile, per quanto discutibile, di riscossa contro i soprusi e le angherie degli autoritarismi. Inoltre, gli Alieni sono caratterizzati come una Comunità Libertaria e Anarcoide che non crede (e nemmeno concepisce) nell'enorme cazzata che chiamiamo proprietà privata (si ha ciò che si usa, ovvero la casa, il cibo e vari utensili di svago/ricerca/lavoro ecc.) e che non ha bisogno di capi né autorità per continuare a vivere... Anzi, l leader e le istituzioni che li ospitano sono a loro avversi, li trattano come esseri inferiori e vedono positivamente solo il potenziale delle loro armi (inutilizzabili dagli umani).
In conclusione, questo "District 9" è uno dei Film più Originali, Interessanti, Migliori e Impegnati usciti negli ultimi anni, e non posso quindi non consigliarlo caldamente a tutti/e coloro che ancora non hanno avuto modo di vederlo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta