Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film
Bella sorpresa "District 9" ; fantascienza girata sotto forma di mockumentary che tratta di alieni solo in apparenza perchè in realtà mira a mettere in scena le peggio nefandezze della razza umana. Vero è che in questo campo Romero ha già fatto scuola con il suo "Diary of the dead" ma la pellicola di Blomkamp è ugualmente godibile ed interessante sotto più aspetti. Gli extraterrestri, qui ribattezzati dispregiativamente gamberoni, sono approdati sul nostro pianeta vent' anni fa nei pressi di Johannesburg ; per quale scopo non è dato sapersi anche se si può intuire una probabile e disperata fuga in cerca di un nuovo pianeta ospitante. Denutriti, disorientati ed apparentemente senza una leadership (ma è poi un difetto ??), gli alieni vengono presto reclusi in una sorta di bidonville rinominata distretto nove. Questo è l' incipit, il presunto documentario parte ai giorni nostri quando l' immancabile multinazionale, interessata alla genetica e alle armi dei gamberoni, decide di ricollocare e ghettizzare gli accampati per poterli meglio studiare e sfruttare a proprio vantaggio. Fra i civili incaricati di consegnare gli ordini di sfratto, un innocuo burocrate verrà a contatto con una sostanza ignota che lo porterà a trasformarsi lentamente in uno dei "crostacei". Come una sorta di contrappasso, il protagonista umano sperimenterà sulla propria pelle l' intolleranza, l' invidia, la meschinità e la crudeltà della propria specie di fronte al "diverso". Disperato ed emarginato, troverà solidarietà e speranza solo fra i suoi nuovi simili. I riferimenti alla nostra storia contemporanea sono lampanti : la ghettizzazione, gli esperimenti medici e l' intolleranza delle forze militari rimandano chiaramente alla seconda guerra mondiale e nonostante il ritmo e l' azione siano piuttosto sostenuti (soprattutto nella seconda parte), non mancano scene dal forte impatto emotivo. Sharlto Copley, protagonista assoluto della pellicola, trasmette ottimamente il travaglio della metamorfosi del suo uomo qualunque ; il suo "UOMINI DI MERDA", urlato a squarciagola durante l' ultimo scontro a fuoco, è il passo definitivo verso la consapevolezza di appartenere alla parte sbagliata della barricata.
I contenuti, quindi, non mancano, l' impatto visivo e l' uso degli effetti speciali è notevole mentre la messa in scena ed il montaggio sono frenetici ma mai confusi o dispersivi. L' ambientazione sudafricana, poi, è decisamente più efficace di quella statunitense già vista troppe volte in passato. In definitiva, un importante e promettente esordio.
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