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District 9

Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film

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La recensione su District 9

di mc 5
10 stelle

In un fine settimana in cui il film "centrale", quello di cui tutti parlano, quello che è sulla bocca di tutti e che sta occupando grandi spazi sui media è senza dubbio quello -pompatissimo- di Giuseppe Tornatore, è arrivato sugli schermi anche questo "District 9", anch'esso discusso ed atteso, anche se da un pubblico più ristretto che coincide in larga parte con quello degli appassionati di Cinema. A questo proposito concedetemi due righe per esprimere il mio malumore sul modo ben poco dignitoso in cui il servizio pubblico (la Rai) si sta occupando di Cinema. E non può bastare una discutibile accampata difesa del cinema italiano a giustificare il fatto che, nell'unico programma di cinema, si dedichino ORE di sproloqui servili al film di Tornatore, e una manciata di secondi (letteralmente) agli altri film in uscita nelle sale, tra cui questo film di produzione USA-neozelandese di cui tutta la critica ha tessuto le lodi. Tutti meno il vergognoso programma di Marzullo, troppo impegnato ad allestire una intera "puntata-spottone" su "Baaria". Va detto che il film è stato preceduto da una minuziosa campagna promozionale condotta sulla linea del cosiddetto "viral marketing", vale a dire che il film arriva dopo tutta una serie di informazioni e dialoghi in rete i quali davano per scontato che il tema dell'opera fosse basato su fatti reali. E il tema in questione è quello dell'arrivo sul nostro pianeta, e precisamente nella città sudafricana di Johannesburg, di una enorme quantità (milioni!) di alieni con le forme di sgangherati crostacei cui viene infatti appioppato l'epiteto di "gamberoni". Costoro vengono dapprima collocati in centri di accoglienza militarizzati, proprio come viene fatto per gli immigrati clandestini che approdano sulle nostre coste in attesa di una destinazione. Ecco, diciamo che questo argomento presuppone che lo spettatore disponga di una intelligenza sensibile al punto di : A) prendere per buono ciò che vede, e dunque calarsi in questo sfondo fantascientifico e ritenerlo verosimile pur sapendo che razionalmente non può esserlo  B) collegare, come è quasi inevitabile, i problemi di convivenza con quegli esseri bizzarri e deformi a quelli reali che ci hanno investito con l'arrivo massiccio sulle nostre coste di uomini e donne provenienti da Paesi da cui sono fuggiti per fame e disperazione. E bisogna dire che, se lo spettatore sta a questo gioco, il film si rivela assolutamente geniale e portatore di uno sguardo inquietante nonchè di un punto di vista sulla Realtà che non può che farci riflettere. Accennavo prima ad una campagna promozionale basata sul "viral marketing": è la seconda volta che sentiamo questo termine, perchè già aveva accompagnato l'uscita del film "Cloverfield". Con la differenza che in quel caso la montagna partorì il topolino, dato che il mescolarsi mediatico di fantascienza e realtà finì con l'impressionare giusto qualche sprovveduto nerd, vista la scarsa consistenza del prodotto finale. Questa volta le cose stanno assai diversamente. Innanzitutto perchè si tratta di un buon film, decisamente efficace e coinvolgente. E poi perchè i richiami ai problemi sociali reali di convivenza tra razze diverse sono talmente evidenti da appassionare il pubblico, il quale assiste posseduto da un senso di inquietudine allarmata alla deriva drammatica e caotica della vicenda, percependo chiaramente come il non saper controllare certe situazioni sociali "a rischio" possa evolversi e degenerare nel caos e nella violenza diffusa da cui peraltro possono trarre ventaggio malavitosi e trafficanti di ogni risma. E' chiaro che siamo nel campo della fiction e dunque le immagini pur estremamente drammatiche che ci raggiungono sono pura finzione volta a creare Spettacolo, ma è tuttavia Spettacolo intelligente, perchè in grado di offrire allo spettatore urgenti spunti di riflessione, oltre al naturale intrattenimento. Fin dall'inizio tutto è predisposto sul piano del Documentario, anche nei minimi dettagli, proprio per caricare di totale verosimiglianza il prodotto. E allora ecco che vediamo citare nomi di Agenzie e di Organizzazioni, vediamo impressi sullo schermo i marchi di canali televisivi locali, vediamo scorrere decine di volti di testimoni e di famigliari del disgraziato protagonista, tutti con nomi e cognomi in sovraimpressione, sì da rendere il tutto estremamente verosimile, col risultato che, quando le cose degenerano, proprio perchè lo spettatore è stato calato con sapienza nello stile del reportage-documentario, la sua reazione diviene ancora più inquieta e carica di un effetto "disturbante" che va indubbiamente a segno. Quanto al dipanarsi della vicenda, non è facile raccontare un film del genere, bisogna vedere le immagini in movimento per farsi coinvolgere da questi "gamberoni" che risulteranno essere più "umani" degli uomini, e le cui sembianze ricostruite in digitale appaiono volutamente disgustose proprio per accentuare la loro Diversità. Se qualcuno si era fatto certe idee osservando distrattamente il manifesto del film, e cioè di un banale popcorn-fanta-horror, sappia che si troverà invece di fronte a qualcosa di decisamente originale, godibile sì, ma anche in qualche modo impegnativo. Doveroso un tributo di stima al talento del giovane regista sudafricano Neill Blomkamp, il quale ha dimostrato, oltre alla perizia tecnica, di avere le antenne ben dritte su quello che sta accadendo nel Mondo...e con l'annotazione che, seppure debuttante nel lungometraggio, vanta già una lunga serie di spot e cortometraggi. Un plauso ovviamente anche al genio dell'illustre produttore Peter Jackson, per il quale vale quanto detto in sede di recensione dell'ultimo Sam Raimi: si tratta evidentemente di cineasti che -nonostante fama popolarità e montagne di dollaroni- hanno conservato intatti talento, genio e sguardo lucido. E infine un giusto riconoscimento agli attori tutti sudafricani e dunque ovviamente volti a noi sconosciuti. In particolare il protagonista, questo sorprendente Sharlto Copley, il quale dà vita ad una incredibile performance che assume toni devastanti. (Fra l'altro ho appreso da internet che -curioso dettaglio- Copley è da molti anni, oltre che amico del regista, titolare della "Deadtime", una casa di produzione di effetti speciali). Questo intelligente intreccio di science-fiction e sottotesto politico è imperdibile per ogni appassionato di Cinema.
Voto: 10 

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