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A Perfect Getaway

Regia di David Twohy vedi scheda film

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Marcello del Campo

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La recensione su A Perfect Getaway

di Marcello del Campo
6 stelle

 
A Perfect Getaway”: non inganni lo slogan che l’agenzia turistica ha scelto per invogliare la coppia Cliff (Steve Zhan) & Cydney (Milla Jovovich) a trascorrere la luna di miele alle Haway, perché quel paradiso del mondo che abbiamo visto (almeno il sottoscritto) in cartolina, nei film con Elvis Presley e ascoltato in centinaia di song, compreso Paolo Conte (Blue Haway/a dream in a dream/just Haway/cream in cream/Haway Haway blue and/far away), è minacciato da David Twohy, robusto narratore di epiche avventure di terra (Pitch Black, 2000), di mare (Below, 2002), nello spazio (Timescape, 1996) e di fantasy (The Chronicles of Riddick, 2004, e sequel).
 
Cliff e Cydney sono due innamorati pazzi che hanno scelto le Haway come meta. Fanno tenerezza durante il viaggio, guardano le foto del loro matrimonio, si fanno le moine: lui è un mammone timido e occhialuto, impaurito, per carattere, anche da inesistenti pericoli, anche quelli inseriti ad arte nel baedeker del viaggiatore stolido dal Valtur di turno; lei, grandi occhi verdi, è una casta diva che nella sua vita ha avuto un solo uomo prima di Cliff, per giunta sadico, - figuratevi che amava sgozzare poveri cagnolini prima di fare l’amore, così, tanto per eccitarsi.
Arrivati a destinazione, si accorgono che la cartolina non è affatto colorata; certo, il mare azzurro, la folta vegetazione, l’orizzonte a perdita d’occhio sono stupendi, ma gli uomini, almeno quelli che gli si parano davanti, non sono incoraggianti: prima un tipaccio tutto muscoli e cattiveria, un certo Kale, presenta credenziali psicopatiche ma per fortuna scompare subito, poi l’incontro con una coppia, Nick (Timothy Olyphant) e Gina (Kiele Sanchez) che, al contrario gli si appiccica addosso per fare insieme il cammino verso un’isola incantata. 
Le due coppie si rivelano presto male assortite: Cliff è dileggiato da Nick, tra loro non c’è solo la muscolatura possente del secondo contro la rachitica complessione di Nick a inimicarli sotterraneamente, di più (Twohy non rinuncia a vecchie sottigliezze ideologiche), c’è tra i due una differenza di classe, middle class contro upper class. Nick è un robusto fanfarone, rotto ad affrontare ogni insidia con il sorriso in viso, coraggioso fino al limite fisico; Nick è uno sceneggiatore famoso (almeno così dice), fisicamente depresso e ciabattante. Anche le due donne sono diverse, dolce, tenera Cydney, propositiva, sicura di sé Gina.
Per essere un film horror c’è troppa sociologia? È vero, ma ditemi se Raimi, Carpenter, Cronenberg non abbiano ‘scritto’ i migliori saggi di sociologia della storia del cinema, e poi ne riparliamo.
Per quarantacinque minuti non accade nulla, ma ho dimenticato un particolare importante, come ho fatto a dimenticarlo?
Sulla rotta che porta all’isola, una coppia di criminali senza volto ha ucciso selvaggiamente due coppie di sposini, ha tagliato loro le dita e cavato tutti denti.
Perciò nei quarantacinque minuti in cui non accade nulla, avviene che grande sia, da parte di Nick e Cydney il sospetto che Cliff possa essere il sadico assassino e Gina la sua complice. Cliff ha tutti i caratteri lombrosiani (ancorché sia più avvenente di Nick) dell’assassino nato: sprezzo del pericolo, istinto del cacciatore (durante il percorso ha ucciso un Bamby per fare il barbecue), il ghigno derisorio e le avventure che narra sembrano quelle di un mitomane.
L’horror si condensa nei quarantacinque minuti che seguono con un testa coda improvviso delle immagini. Siamo nella migliore tradizione del trompe l’oeil: che cosa ho visto realmente nella prima parte, che cosa mi è sfuggito, dove il regista mi ha teso l’inganno facendomi vedere ciò che ha voluto senza trarmi in inganno come ho pensato? Perché improvvisamente il film diventa in bianco/nero? Perché la tensione arriva alle stelle e l’isola è percorsa da istinti tellurici come da una scossa di arcaica ferinità? Lombroso aveva ragione?  Non posso dire altro se non che di registi di b-movie come David Twohy noi e il cinema abbiamo bisogno. In giro non ne vediamo molti. 
Buon viaggio a tutti per A Perfect Getaway
 

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