Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Dopo tanti anni fa ancora paura, anche se un bambino, incontrandolo per strada, per nulla angosciato, gli domanda: «Sei un gigante, tu?»; e Michael Myers si blocca. Chissà che dietro la maschera non nasconda la compassione di Frankenstein per la sua bimbetta, in riva al lago... Solito, inconfondibile, potente immaginario di Rob Zombie, unico vero nuovo talento horror del decennio. Halloween II non è un capolavoro, non lo era neanche il capitolo precedente, ma le sequenze oniriche ribadiscono il concetto. Siamo di fronte a un cinema che non fa prigionieri, un’estetica malata capace di coniugare death metal e white trash, inteso quest’ultimo come sottocultura bianca, sudista e sudata, alcolica e fuori di testa. Zombie voleva reinventare l’“ombra della strega” creata da John Carpenter, cercando di allontanarsi il più possibile dall’ingombrante modello. Utilizzare il tema musicale (dello stesso Carpenter) quasi lo infastidisce, così racconta altro. Un sogno, anzi un incubo, con Sheri Moon che incita Michael a portare a compimento la strage della notte di Halloween braccando la sorella Laurie. Chi stia sognando davvero, però, è il mistero da risolvere. Non tutto fila liscio ma il cappellaio matto assicura turbamenti, se oltrepasserete il suo specchio.
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