Regia di Rob Zombie vedi scheda film
Dopo il primo episodio del 2007, originale e riuscitissimo remake del capolavoro carpenteriano in grado di adattare lo spirito del capostipite all'immaginario degli anni zero, Rob Zombie ha pensato bene di battere il ferro finché caldo, dandogli un seguito il cui peggior difetto, ancor più che la bruttezza, è l'inutilità. Il film finge di ripartire da dove si era fermato il primo, salvo spiegarci dopo un quarto d'ora che la carneficina a cui abbiamo appena assistito era solo un sogno della protagonista: pessimo colpo basso e chiaro segno che qualcosa s'è rotto prima ancora di iniziare. Colpa principalmente di una sceneggiatura (scritta dallo stesso regista) che fa acqua da tutte le parti e che per sopperire alla carenza di idee ricorre ad ogni espediente: gli intermezzi onirico-psichedelici con Myers giovane e la madre che si materializzano un pò ovunque sono semplicemente squallidi; il ritmo (soprattutto nella prima parte) latita e molte scene sembrano dei riempitivi; le apparizioni di Myers sono scontate e non c'è fantasia nemmeno nel diversificare un omicidio dall'altro; alcune scelte dei personaggi sono letteralmente inspiegabili, così come lo è la metamorfosi caratteriale del dottor Loomis che dallo psichiatra coscienzioso che era nel primo film si trasforma qui in una macchietta nevrotica e senza scrupoli. Insomma da salvare c'è davvero poco: Zombie è indubbiamente abile nel creare atmosfere malsane, ma se queste non sono servite da una storia quantomeno decente resteranno solo degli innocui esercizi di stile, e se oltretutto si decide di sacrificare la coerenza sull'altare della violenza l'unico risultato possibile sarà una mattanza gratuita e pure parecchio noiosa.
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