Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Dopo il trittico ultramiliardario di "Spider-Man"(ne arriveranno altri,tranquilli...) Sam Raimi ha voluto concedersi un guizzante ritorno alle origini, e ha scelto di realizzare una sua vecchia sceneggiatura,scritta assieme al fratello agli albori della sua carriera: "Drag me to hell", identificato come film politico per aver posto la questione scatenante su banche e mutui non concessi, in realtà ha appunto una storia antica, semplicemente capita a fagiolo visti i tempi e la forte attualità del tema. Non direi nemmeno,come mi è capitato di leggere su riviste di settore ben quotate,che ci troviamo di fronte al "film perfetto":come cinema d'orrore, il nuovo film raimiano concede parecchio all'ironia e ci si spaventa il giusto,provando tutt'al più un pò di ripulsa per le frequenti bave della vecchia strega gitana. Se però si deve riconoscere l'amore della citazione (per Mario Bava e per molto cinema pauroso anteguerra ), l'intelligenza di una regia che salta i limiti di budget con l'estro per l'inquadratura e trucchi visuali sagaci, siamo d'accordo:"Drag me to hell"(Trascinami all'inferno) è un'operina intonata,che civetta con il mondo dei cartoon alla Tex Avery e compagnia variopinta insieme e ha il buon gusto di prendersi poco sul serio. Altrimenti come giustificare la scena del garage,avete mai visto un'incudine appesa ad una corda che possa servire,hai visto mai,per sbatterla sulla testa di qualche malintenzionato?E la protagonista per tutta la pellicola è ben lontana dal convincere lo spettatore a prendersi a cuore le sue sventure,anche perchè moralmente,diciamolo,la fanciulla mica vale granchè:apprestandosi a girare il quarto capitolo delle imprese dell'Uomo Ragno, Raimi si è voluto rituffare nel suo mondo antico di paure e idee di regia volte al brivido ma anche di cultura del b-movie come altri cineasti di talento riconosciuto,vedi il Peter Jackson de"Il signore degli anelli".
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