Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Un ottimo horror cattivo, divertente, e politicamente (s)corretto, uno di quelli che spaventa e distrae, proprio come è giusto che sia, che è poi quel che ci vuole per trascorrere una intelligente serata all’insegna del buon cinema (pochi mezzi, ma tante idee, oltre a una invidiabile capacità di “muovere” e posizionare la macchina da presa.
Finalmente un Sam Raimi di nuovo in grande spolvero!
Il film è “orribilmente” cattivo, divertente, e politicamente (s)corretto, al tempo stesso, uno di quelli che spaventa e distrae, proprio come “è giusto che sia”, che è poi quel che ci vuole per trascorrere una intelligente serata all’insegna del buon cinema (pochi mezzi, ma tante idee, oltre a una invidiabile capacità di “muovere” e posizionare la macchina da presa, fra “citazioni” e rimandi, tutte qualità queste che non fanno certamente difetto al regista, e qui il dosaggio degli ingredienti, il mix dei sapori, è così sapientemente amalgamato, che la pietanza che viene sfornata, risulta essere particolarmente appetibile).
Un horror di ottima fattura insomma, come da tempo “immemorabile” (“iperbolizziamo” ogni tanto, che ci fa bene!!! perché questo è un genere che si sta sempre più “dissanguando” purtroppo) non mi capitava di incontrare, in perfetto equilibrio fra suggestioni, metafore, racconto morale, fumetto e tanta dissacrante ironia (orridamente ripugnate la sequenza della dentiera ) che ci riporta direttamente alle origini (La casa) ma solo come “metodologia operativa”, in quanto viene saggiamente evitata ogni tentazione di “rivisitazione nostalgica” (salvo i consueti necessari “ammiccamenti” che rappresentano ulteriori “stralunati” elementi disseminati nel percorso) per forgiare una pellicola “all’antica” ma assolutamente figlia del suo tempo: conosciamo già quanto Raimi sia bravo a lavorare “artigianalmente” sulla paura con la sola sistematica “mediazione” (l’uso) dello “specifico cinematografico” (esistono molti dotti trattati che forniscono utili vademecum al riguardo) attraverso l’utilizzo canonico di ombre, suoni, suggestioni visive, bave infernali scarti improvvisi, apparizioni sulfuree… persino operando magnificamente sul sonoro… e qui utilizza un armamentario ben oliato di “certezze” con il quale è capace di far emergere ed esplodere tutta la sua proverbiale, cinica irriverenza, con una storia paradossale (ma ogni horror che si rispetti a suo modo lo è) che riflette perfettamente l’oggi, che ci fa spesso sobbalzare sulla sedia ovviamente, ma strappandoci anche qualche sorrisetto distensivo per l’ironia diffusa che ci alberga dentro e che ci fa “tirare” ogni tanto il fiato. Niente grossi nomi, niente profusione di dollari iosa a gonfiare il budget: tutto è risolto come in un “aggiornato” cinema di serie B che non ha niente da invidiare (anzi!) a quello più”blasonato” delle grandi produzioni miliardarie, poiché se vogliamo dircela tutta, possiamo trovarci dentro (ma non è poi strettamente necessario farlo per essere “appagati”) anche sufficienti motivi di riflessione proprio sui fatti della contemporaneità che ci circonda.
Fra gli interpreti, citazione d’obbligo per una Lorna Raver davvero strepitosa (ma non è la sola “strega che circola nel film ovviamente anche se è poi quella “all’apparenza”, più terrificante). Anche Alison Lohan non è male e sfrutta bene l’occasione che le è stata provvidenzialmente offerta. Un pò meno a fuoco invece - ma non malvagio - il fidanzato “borghese” e perbenista di Justin Long. “Perfetti” tutti gli altri.
Qui è "bravissimo" a ritornare a battere i sentieri delle origini... speriamo che prima o poi si decida a ritornare anche sul percorso problematico di "Soldi sporchi", indubbiamente ad oggi il suo risultato più cospicuo... ( e a tutti gli effetti il suo "capolavoro", quello di una maturità artisticamente compiuta che poi si è un pò dispersa).
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