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Drag Me to Hell

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Drag Me to Hell

di axe
7 stelle

Christine Brown è una giovane bancaria ansiosa di far carriera. Pur di guadagnare punti rispetto a Stu, un suo collega, in competizione con lei per il ruolo di vicedirettore della filiale, nega a Sylvia Ganush, un'anziana gitana, la proroga per il pagamento di una rata del mutuo, di fatto condannandola alla perdita della casa. L'anziana, sentitasi duramente umiliata, l'aggredisce con odio e successivamente le scaglia contro una maledizione. Evoca, a suo danno, una làmia, un demone invisibile che tormenta le vittime per tre giorni prima di trascinarle all'inferno. In tale lasso di tempo, l'entità trasforma la vita di Christine in un inferno terreno; riuscirà a salvarsi da quello ultraterreno ? Sam Raimi, maestro del cinema fantastico, dirige un horror che ricorda molto i vari episodi di "La Casa". La vita della protagonista è improvvisamente sconvolta dal sopraggiungere di una presenza sovrannaturale maligna; fenomeni inspiegabili sempre più gravi ed inquietanti non lasciano spazio ad incredulità. La giovane non si perde d'animo. Grazie all'aiuto di occultisti - tra i quali c'è la medium Shaun San Dena, già entrata in contatto con il demone decenni prima - e, soprattutto, del fidanzato Clay, il quale non smette mai di credere in lei - la ragazza scopre come liberarsi della maledizione prima che trascorrano i tre giorni residui di vita. Ma il destino di Christine è segnato. Ciò s'intuisce da alcuni dettagli presenti nella sceneggiatura, e dalle premesse per un finale fin troppo lieto; andrebbe di lusso ad un personaggio comunque opportunista. La sorte della zingara, fautrice della maledizione, è per un attimo nelle sue mani. La protagonista, accecata per un attimo dall'ambizione, non le concede pietà. La sua redenzione è tardiva, e comunque poco spontanea, in quanto determinata dall'arrivo della làmia. Ritenendo di essersi liberata dalla "spada di Damocle" che le pende sulla testa, ammette le proprie responsabilità. Un attimo dopo, le porte dell'inferno le si spalancano sotti i piedi. Non c'è, nel film, utilizzo di effetti speciali mirabolanti. L'orrore si mostra a Christine tramite innaturali spostamenti di oggetti, correnti d'aria, aggressioni da parte dell'entità malvagia, di cui è visibile solo un'orrenda ombra. La giovane bancaria è testimone o vittima di fenomeni sconvolgenti che le rovinano l'immagine sul posto di lavoro - un ambiente altamente competitivo, oggi possiamo dire "tossico", nel quale trionfano ipocrisia, ambizione, avidità - e con gli arcigni genitori di Clay, già poco entusiasti del rapporto. La ragazza commette atti sempre più arditi e raccapriccianti, pur di liberarsi; ma non ha, infine, modo di sfuggire alla sorte. Ho trovato la sceneggiatura un po' sgangherata; l'accettazione della presenza sovrannaturale è fin troppo rapida, quasi fosse un qualcosa di negativo, ma "normale". Neppure gli occultisti sembrano troppo stupiti o spaventati per il caso di cui sono investiti, e men che meno Clay, pronto a riprendere un rapporto normale con Christine non appena ella mostra la convinzione che tutto sia finito. Il racconto è ambientato nella classica "provincia" americana; dietro gli apparenti benessere e serenità del luogo si nascondono degrado morale, perbenismo, varie ipocrisie. L'orrore non è sempre accompagnato da atmosfere lugubri; si manifesta anche in pieno giorno, in ambienti luminosi. Posso ipotizzare che tutto ciò risponda ad una chiara scelta dell'autore, il quale intende criticare l'"orrore" del quotidiano. Oggi una vecchiarella rimane senza casa; domani un impiegato di banca avrà la carriera rovinata; dopodomani un demone vendicatore trascinerà all'inferno l'anima di una persona non migliore, ne' peggiore di altre, nell'indifferenza quasi generale. Il film non si prende mai troppo sul serio, alcune scene sono permeate di ironia che, conoscendo l'esperienza di Sam Raimi, presumo non affatto involontaria; vedasi i momenti della seduta spiritica, o dell'aggressione nell'abitacolo dell'automobile. Intravedo nelle scelte del regista il desiderio di tornare alle origini; "Drag Me To Hell" è un film realizzato con pochi mezzi e poche pretese; tuttavia intrattiene, dosa l'uso degli effetti speciali non rinunciando ad un po' di gore, fa fare qualche sobbalzo e riesce a strappare un paio di sorrisi; ha spunti di critica sociale. Non porta innovazione nel genere e la sceneggiatura soffre di qualche carenza; ma, avendo voluto leggere tale ultimo connotato in chiave simbolica ... devo dire che non sono rimasto deluso !

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