Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Metti l'icona sexy di Hollywood (Marilyn Monroe), paesaggi montani da National Geographic valorizzati dall'uso del cinemascope, un genere di sicuro successo come il western e un regista di grido. Poi infilaci anche un ragazzino orfano di madre, giusto per tenere alto il tasso glicemico a beneficio del pubblico femminile ed ecco che hai fatto il film. È su questi ingredienti essenziali che si basa La magnifica preda, film passato alla storia più per essere stato uno dei set frequentati da Marilyn Monroe - alla quale vengono dati in dote ampi quanto tediosissimi siparietti musicali - nonché per essere stato l'unico western girato da Preminger che per i suoi meriti intrinseci. La trama è ben poca cosa: un baro (Calhoun) si è assicurato un giacimento d'oro per il quale occorre un passaggio di proprietà. Poiché deve raggiungere un posto lontano, si appropria indebitamente degli unici mezzi di difesa e fuga (un fucile e un cavallo) a disposizione di un colono (Mitchum) che, uscito dalla prigione, ha appena ritrovato suo figlio. I due, con la donna del baro e gli indiani alle calcagna, si mettono all'inseguimento del furfante a bordo di una zattera, sfidando le rapide del fiume.
Un po' racconto di formazione, un po' road movie, un po' film d'avventura, un po' romanzetto rosa e un po' musicarello, il film sceneggiato da Frank Fenton e tratto da una storia di Louis Lantz - nonostante l'assoluta pochezza di mezzi e contenuti - si lascia vedere e ha il merito di durare meno di 90 minuti.
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