Regia di Sean Anders vedi scheda film
Road movie giovanilistico infarinato di goliardia, né davvero notabile né disdicevole, i cui modelli di riferimento sono Road Trip e American Pie.
Non è né un film in 4D (4D è l'abbreviazione della tag-line di lancio) né l'ennesima fatica della "non premiata ditta" Jason Friedberg-Aaron Seltzer. Si tratta di un road movie giovanilistico infarinato di goliardia, né davvero notabile né disdicevole, i cui modelli di riferimento sono Road Trip e American Pie. Per non scontentare il target ideale di un prodotto di tal sorta fanno capolino lo stesso gag a base di cacca, urina, sperma e organi genitali, le quali però si contano in una mano. La trama è frusta, l'inizio non esaltante, la moralina scontata, parecchie battute banalotte, ma c'è un percepibile piacere del racconto e i colpi di scena sono inattesi e vanno a segno, così come certe trovate (la rabbia del fratello di fronte al furto dell'auto, l'albero di scarpe, l'impagabile Seth Green nei panni dell'amish, la parte ambientata in carcere). I personaggi sono in ogni caso stereotipati. Buona l'alchimia del terzetto Josh Zuckerman-Amanda Crew-Clark Duke. Scritto dal regista (Sean Anders) col suo socio John Morris adattando un romanzo di Andy Behrens.
Colonna sonora entirely rock, con Time to Pretend degli MGMT e alcuni pezzi dei Fall Out Boy, che appaiono anche in un cameo.
Film DISCRETO (6) — Bollino ROSSO
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