Regia di Davis Guggenheim vedi scheda film
Il documentarista e regista di serie Tv Davis Guggenheim mette nella stessa stanza Jimmy Page (chitarrista dei Led Zeppelin), The edge (U2) e Jack White (White Stripes): tre tecniche differenti, tre approcci particolarissimi allo strumento e alla musica; una chitarra in mano a ciascuno, li fa quindi parlare e interagire sia a parole che sulla sei corde. Nella gerarchia che ci si può attendere, Page rappresenta il punto di riferimento per gli altri due, ma non sono certo da sottovalutare le carriere di The edge e White: raccontate da loro stessi assumono le sembianze di tre piccole e personalissime mitologie del rock and roll. Questo è in effetti lo spirito della pellicola, curioso e spensierato viaggio fra virtuosi della chitarra elettrica e interessante specchio delle tante e tanto ampie possibili differenze fra tali virtuosi; Page è il chitarrista puro, l'uomo visceralmente attaccato alla sua chitarra, mentre a White - pur raffinato cultore dei suoni - non potrebbe fregare di meno dello strumento: nella scena iniziale si costruisce uno strumento a corda con assi di legno, chiodi e pick up fissato alla meglio. The edge è infine quello tecnologico: l'effettistica è tutto per lui. Non c'è un vincitore, o forse tutti e tre lo sono, anche perchè di confronto e certo non di sfida si tratta; bella la trovata in chiave fiction di affiancare Jack White a un bambino vestito come lui che lo rappresenta mentre racconta la sua infanzia. Fotografia patinatissima, con inserti da concerti (e anche dalla vita privata) dei tre protagonisti, It might get loud è un lavoro molto accurato e diretto con intelligenza e gusto della spettacolarità, che può piacere anche a chi non conosce più di tanto i tre chitarristi. 6/10.
Gennaio 2008. Jimmy Page, The edge e Jack White a confronto: ognuno racconta il proprio approccio con la chitarra e ciò che essa ha significato nella propria vita. E quindi jam session finale.
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