Regia di Robert Rodriguez vedi scheda film
Una cosa appare certa: Robert Rodriguez deve essersi divertito come un matto. Il cineasta utilizza infatti i personaggi e gli spazi come se fossero propri giocattoli evidenziando in pieno la natura di un cinema artigianale dove il regista ricopre più funzioni (sceneggiatura, fotografia, montaggio, musiche, produzione). Toby, 11 anni, è preso di mira spesso dai suoi coetanei della cittadina di Black Falls. Lì tutti i genitori dei ragazzini lavorano per un’industria che produce un gadget tuttofare che sta invadendo l’intero paese. Un giorno però entra in possesso di una pietra misteriosa che esaudisce i desideri di chiunque la tenga in mano. Il mistero della pietra magica si allinea su quella commistione tra avventura e fantastico che, nel suo cinema, ha avuto gli esiti migliori con il secondo e il terzo Spy Kids. Al film non mancano fantasia e inventiva (le piccole navicelle spaziali, l’uomo trasformato in wurstel) e quella propensione alla deformazione che fa tornare alla mente il grandioso La morte ti fa bella di Zemeckis. Peccato che alla lunga il gioco si fa più chiassoso e pieno di accelerazioni nervose e, pur conservando la sua purezza, rischia di diventare eccessivamente meccanico.
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