Regia di Louie Psihoyos vedi scheda film
VOTO : 6/7.
Documentario decisamente ben fatto caratterizzato da una narrazione efficace e duttile grazie alla quale affronta un tema come quello dei massacri (e cattura) di delfini a Taiji in Giappone, partendo da molto lontano e arrivando a disquisire anche su quanto ciò comporta per la salute dell’uomo.
Protagonista di questo racconto è Richard O’Barry, l’uomo che, per sua stessa ammissione, ha passato i primi dieci anni della sua attività legata ai delfini per addestrarli (lavorava per il telefilm “Flipper”) e per tutti, i tanti, restanti, si è invece impegnato per diffondere il messaggio di sofferenza di questi animali a vivere in cattività.
E non solo, perché la sua attenzione si concentra soprattutto sulla piccola città portuale di Taiji dove ogni settembre si verifica la cattura di tanti delfini che poi vengono spediti nei parchi acquatici di tutto il mondo (per la modica cifra di 150000 dollari cadauno), mentre quelli scartati (la maggioranza) vengono massacrati e poi venduti ai mercati del pesce.
La prima contraddizione ci è fornita dalle immagini di questa cittadina, dove si vedono statue di delfini, cartelloni con delfini, quasi fossero delle divinità; per non parlare del parco acquatico locale dove prima ti guardi lo spettacolo, poi prima di uscire puoi correre a comprarti la scatoletta di carne di defino (un po’ come se noi andassimo al circo ed uscissimo con una confezione di carne di zebra … non riuscirei mai a mangiarla).
Davvero incredibile, ma questo serrato documentario offre il suo meglio nella seconda parte con la terribile ripresa della mattanza (riprese possibili in seguito a pericolose missioni notturne), con la baia che diventa rosso sangue (ed i rumori di sofferenza degli animali) e quando si affronta il tema della radioattività di questi animali che se mangiati possono arrecare gravi danni (incredibile due volte insomma) e la tendenza è quella di far finta di niente (tanto che per parecchio tempo venivano serviti a scuola ai bambini, sciagurati!!).
Insomma il documentario ha dell’incredibile per quanto ci racconta, ma poi anche tecnicamente è realizzato con passione sincera e profonda devozione verso un senso di giustizia che purtroppo di fronte agli interessi tende sempre a venir meno (come al solito ognuno fa tanti proclami per gli altri, poi nel suo piccolo orticello se ne frega altamente di tutto e di tutti pur di generare profitto).
Molto interessante e da vedere (preparati però, perché alcune scene sono davvero molto forti).
VOTO : 6/7.
Confeziona un racconto equilibrato e dotato di spirito d'iniziativa.
VOTO : 7.
Storia personale significativa e uomo di grande volontà che per il suo impegno (che gli ha causato parecchi guai) per la salvaguardia dei delfini merita rispetto e riconoscimento.
Ce ne fossero di più (in altri ambiti intendo) vivremmo in un mondo senza dubbio migliore.
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