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Daybreakers. L'ultimo vampiro

Regia di Michael Spierig, Peter Spierig vedi scheda film

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La recensione su Daybreakers. L'ultimo vampiro

di munnyedwards
6 stelle

 

Siamo nel 2019 e la popolazione mondiale è formata prevalentemente da vampiri, non ci viene ben spiegato il motivo di questo cambiamento ma sta di fatto che gli uomini si sono improvvisamente trasformati in succhia sangue e poi, di morso in morso, il loro dominio è diventato totale.

I pochi umani che non hanno accettato questa metamorfosi sono fuggiti ma vengono braccati e quindi costretti a nascondersi come topi nelle fogne, perché il loro sangue è diventato naturalmente prezioso, l’unica fonte di sostentamento per la popolazione vampirizzata, una fonte che si sta estinguendo visto che le scorte stanno finendo.

Per questo una multinazionale del sangue guidata da Charles Bromley (Sam Neill) è alla disperata ricerca di un surrogato del sangue e impiega tutte le risorse possibili per raggiungere lo scopo, compreso un team di ematologi specializzati guidati dal vampiro Edward Dalton (Ethan Hawke) che, pur collaborando con quella che è ora la sua nuova stirpe, sembra ancora profondamente legato alla sua precedente vita e alle sorti degli umani superstiti.

La storia proposta in Daybreakers dai fratelli Micheal e Peter Spierig si presenta con questo interessante ribaltamento di prospettiva, una società controllata dai vampiri che vive e lavora solo di notte ma che presenta comunque inquietanti similitudini con la nostra, un po’ come a dire che da un mostro all’altro le cose non cambiano poi di molto.

I vampiri dominano il mondo e quindi gestiscono tutte le strutture di controllo, dai militari, ai media, fino alle indispensabile multinazionali farmaceutiche, che come nella nostra attualità rappresentano una primaria risorsa di sopravvivenza ma anche (e soprattutto) di business.

Come dice Bromley all’ematologo Dalton “Il surrogato del sangue ci serve per sopravvivere, ma ci sarà sempre qualcuno disposto a pagare (e pagare bene) per avere l’ originale”, una primizia insomma da vendere a peso d’oro, ma che inevitabilmente porterà all’estinzione del genere umano, Dalton non lo può accettare e contattato da un gruppo di ribelli deciderà di aiutarli.

 

 

'Daybreakers'

 

 

Lo spunto di partenza di questo horror vampiresco non è affatto male, così come il cast chiamato in causa che vede impegnati oltre ai già citati Neill e Hawke pure l’ottimo William Dafoe, anche dal lato tecnico il film si gioca bene le sue carte, buona la fotografia, le scenografie dall’effetto retrò e discreti gli effetti speciali (ottime le manifestazione dei subsider, i vampiri che si cibano del loro stesso sangue mutando in orrendi mostri), Daybreakers tiene desta l’attenzione dello spettatore per tutta la prima parte del film.

Nela seconda parte però si cambia decisamente strada e quello che si presentava come un horror dalla buona tecnica e dagli spunti interessanti si trasforma di colpo in un action fracassone pieno di inseguimenti e scontri infiniti, il plot si annoda su se stesso e la sceneggiatura non aiuta, il tutto viene ricondotto alla solita storia di redenzione condita da sacrifici inevitabili, fino a chiudere il tutto in modo prevedibile e scontato.

Peccato perché i due fratelli australiani, autori del precedente Undead (2003) e del successivo Predestination (2014, sempre con Ethan Hawke) avevano in mano delle buone carte da giocare ma la loro partita dura solo un tempo, poi si accontentano della solita routine stereotipata.

Il film si guarda comunque con piacere, pur con tutti i suoi difetti e largamente sopra la media di prodotti del genere, peccato perché poteva essere qualcosa di ancora migliore.

Voto: 6.5

 

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