Regia di Peter Billingsley vedi scheda film
Vince Vaughn è un talento curioso. E Jon Favreau lo è anche di più. Quindi prima di sparare a zero, ci si riflette un po’. Il problema di fondo è che i due hanno deciso letteralmente a tavolino di realizzare un film per famiglie. Penetrare in un nuovo mercato e vedere come funziona. Nella storia di una coppia in crisi che decide di coinvolgere i propri amici per recarsi in un esclusivo ritiro dove provare a evitare il divorzio, ci sono non solo tutti i timori di quanti alle soglie degli anta non vogliono finire come i propri genitori ma, soprattutto, le aspirazioni di quanti tentano di capire come iniettare nel matrimonio quelle tensioni trasgressive che sembrano invece riservate alla vita da scapoli. Buone intenzioni, quindi, in un film che purtroppo strappa solo qualche sorriso stentato, nonostante riesca a mettere in campo con notevole precisione psicologica frustrazioni femminili e infantilismi maschili. Dato il presupposto commerciale, il lieto fine è d’obbligo. Ci si resta male perché anche in un semplice film per famiglie cose come la verve e l’intelligenza non dovrebbero essere dosate con il contagocce. Ma se a essere così avari sono talenti come Vaughn e Favreau ci si resta ancora più male.
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