Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Thriller atipico con sfumature horror che incuriosisce e attira nonostante le sue tematiche morbose. Del resto, le storie di bambini che si rivelano tutt'altro che innocenti rispetto a ciò che può sembrare, sono sempre intriganti.
In questo caso, la trama segue il suo percorso scegliendo gli elementi classici del genere fino a un finale con un bel colpo di scena.
Il ritmo è costante, la narrazione fluida, coinvolgente e suggestiva, i dialoghi incisivi e le interpretazioni davvero buone. Non ci sono attori di serie A, eppure la scelta del cast è ottima e la recitazione molto convincente.
Adorabile in particolar modo la bimba muta e quasi del tutto sorda, Maxine, coinvolta suo malgrado, nelle malefatte della sorella adottiva. Il suo rapporto contorto con "Esther" è un po' l'anima della storia insieme alla psicopatia della protagonista.
Le ambientazioni sono spesso cupe, in linea con il contesto e la fotografia nitida e inchiodante.
Apprezzabile è il modo in cui sono state tratteggiate le psicologie dei vari personaggi e i background dietro esse.
Katherine e John non sono la coppia perfetta, sono una coppia ricucita, ma tra i due, la più acuta e sobria (benché abbia avuto i suoi problemi di alcolismo) rimane lei. Sa sempre cosa fare ed è molto intuitiva. Toccanti sono le scene in cui parla della figlioletta morta prima di poter emettere il primo vagito. L'idea di piantare dei bellissimi fiori sulle sue ceneri mi ha fatto piangere,
Il marito è un mezzo imbecille che vuole credere solo a ciò che gli sembra possibile, ma la sua buonafede, alla fine, gli costa cara.
Che Esther abbia qualcosa di strano si nota sin da subito per il modo in cui vuole vestirsi. Soltanto lui è così distratto da non capire o sospettare nulla.
Splatter dosato e buona ed efficace la tensione psicologica che si alterna a momenti di pura tenerezza.
Il momento più impressionante di tutto il film è forse quello in cui John scopre i disegni murali nascosti di Esther. Folli e piromani, a dir poco agghiaccianti. La scena in sé per sé ricorda un pochino "Profondo rosso" di Dario Argento. Mentre le immagini sulle pareti scorrevano davanti alla telecamera, a me sembrava quasi di sentire la musica in sottofondo!
Azzardati alcuni dettagli del copione, per non dire inverosimili.
Neanche tra cent'anni si potranno accettare due genitori che fanno sesso in cucina di sera tardi, con tre bambini in casa che potrebbero svegliarsi e girovagare in qualsiasi momento, anche solo per prendersi un bicchiere d'acqua.
Una scelta così sconsiderata ce la si aspetta da John forse, che pare sempre poco attento e frivolo, ma non da Katherine che perde parecchi punti come personaggio per questo.
Inoltre, non che la mente malvagia della protagonista sorprenda, però, che riesca a mettere sempre in atto ogni suo piano, come uccidere con forza uomini e donne, bruciare case ed essere energica anche dopo che si ferisce gravemente, fa strabuzzare gli occhi. Roba che nemmeno Wonder Woman ce la farebbe. Davvero esagerato per una persona della sua stazza fisica.
Comunque bravissima Isabelle Fuhrman nella parte di Esther / Leena.
Ho visto anche il finale alternativo e aperto di quest'opera, ma preferisco quello conclusivo.
In definitiva, un thriller che vale la pena vedere. Non geniale, ma godibile.
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