Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Sì, "L'ultimo dominatore dell'aria" non è esattamente il film che ci si aspetta da un cineasta di talento come M. Night Shyamalan. Il regista di origini indiane, negli anni, ha abituato il suo pubblico a storie decisamente più misteriose e suggestive ma questo non lo ha reso di certo immune ad eventuali errori di valutazione o scelte sbagliate. Come già accaduto per "Lady in the water", la deriva fantasy-ottimista non giova al cinema di questo autore che, nel salto della barricata da un genere all' altro, perde quella spiccata originalità che caratterizzava i suoi copioni di matrice tragica/paranormale. Ecco quindi che la vicenda del giovane Aang, incarnazione divina per predestinazione e non per scelta, ha quel tipico andamento epico già visto nei vari "Signore degli anelli", "Bussola d'oro", "Storia infinita" e così citando quei film che hanno al loro centro una sorta di viaggio di formazione del loro protagonista. Il suo muoversi fra i vari regni di Terra, Aria, Acqua e Fuoco con l' intento di portare pace ed armonia fra gli uomini è tanto lodevole quanto banale ma fortunatamente contaminato qua e là da eventi drammatici di contorno - come il massacro dei monaci e l' esilio del principe Zuko (il "milionario" Dev Patel) ad opera dell' insensibile Signore del Fuoco - che ci ricordano che male e meschinità sono sempre dietro l' angolo e comunque insite nell' animo umano. Filosofia forse un pò semplicistica e di certo non folgorante ma in circolazione c'è ben di peggio ed il film di Shyamalan è ad ogni modo ben diretto, coinvolgente ed efficace soprattutto sul piano visivo grazie all' apporto di un cast tecnico di primo livello che annovera la fotografia del premio Oscar Andrew Lesnie oltre che all' usuale qualità del montaggio e della colonna sonora firmate rispettivamente da Conrad Buff e James Newton Howard.
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