Regia di Emilio Martinez-Lazaro vedi scheda film
Il 5 agosto del 1939 vengono fucilati a Madrid 43 uomini e 13 donne (di cui molte minorenni), queste ultime accusate – ingiustamente – di aver attentato alla vita della figlia e dell’autista di Franco. In realtà, la loro vera “colpa” sarebbe quella di aver aderito al Movimento Repubblicano e di aver deciso per questo, una volta terminata la Guerra Civile spagnola, di rimanere nel Paese per combattere. La loro è comunque un’azione assolutamente pacifica e nella maggior parte dei casi non totalizzante (come invece poteva essere in L’Agnese va a morire) all’interno della quotidianità femminile. Che il regista Emilio Martínez-Lázaro (diventato famoso in patria per L’altro lato del letto) restituisce, specie nella prima ora, attraverso divagazioni amorose e toni forse un po’ troppo edulcorati e soft, ma comunque funzionali per rendere il clima di convivenza col potere che, a livelli diversi, era diffuso ovunque. In linea con le principali cinematografie europee, la cui tendenza è quella non di dare giudizi ma piuttosto di fare i conti con la Storia (Katyn), Le 13 rose vuole essere un film sull’importanza della memoria, parola questa ripetuta in maniera quasi ossessiva nell’epilogo, il solo a restituire davvero la tragicità della dittatura.
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