Regia di Luigi Sardiello vedi scheda film
Nel 2006, anno di grazia del calcio italiano (appena dopo lo scandalo di Calciopoli la Nazionale azzurra vinse il mondiale), Michele Corallo (Solfrizzi) è alla sua ultima spiaggia. Sta girando per i campetti terrosi del Salento alla ricerca disperata della gallina dalle uova d'oro, un giovane calciatore che riaccenda le sue quotazioni come talent scout. Lo trova in Elia (Pucillo), diciottenne dai piedi fatati ma con la testa di un bambino. Nel fatidico giorno del provino il ragazzo smentirà le attese.
Giunto alla sua prima esperienza da regista dopo una carriera spesa nel mondo della comunicazione (come copywriter e direttore di Filmaker's Magazine), il quarantenne Luigi Sardiello firma un'opera agrodolce che vorrebbe richiamarsi alla tradizione di Risi, Comencini, Scola e Monicelli, anche se il riferimento più nitido sembra andare a Bravissimo, con Alberto Sordi che tentava di arricchirsi sfruttando le doti canore di un ragazzino. Se da una parte l'obiettivo viene mancato per carenza di mezzi (formato video espanso in 35 mm, attori da dopolavoro ferroviario con Solfrizzi costretto agli straordinari per tenere l'intero film sulle sue spalle), dall'altra il plot narrativo appare piuttosto fragile, la metafora insistita dei rigori alquanto corriva e la satira sul mondo corrotto del pallone incapace di graffiare.
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