Regia di Luigi Sardiello vedi scheda film
Dopo la mano (Diego Armando Maradona), ecco il piede (un 18enne dalle sembianze di un ragazzino per colpa di un trauma paterno). Entrambi sotto l’egida di Dio, naturalmente. In un mondo, quello del pallone, una volta tanto vivisezionato in sottrazione, con pudore, senza facili moralismi e chiacchiericci da bar. Michele Corallo è un osservatore, uno che lavora per le grandi squadre sulle tribune dei campetti di periferia (nella fattispecie nel Salento) nella speranza di scoprire il prossimo Maradona (appunto), il nuovo Garrincha, il futuro Pelè. Inciampato per caso nel bizzarro Elia (col pallone veramente un Dio, con il resto in piena Zona Cassano prima della cura Samp), convince la madre a firmare una procura decennale e torna a Roma (dove abita) con il figliol prodigo per cercare di organizzare un provino davanti a chi veramente conta. Lui, infatti, è una mezza calzetta, indebitato fino al collo, e fidanzato con una sorta di wag in progress, una di quelle mogli potenziali che sognano la carta di credito illimitata e un’apparizione in qualche reality show. L’esordiente Sardiello, insomma, che scrive e dirige, punta - attraverso la vicenda sportiva - al piccolo affresco sull’Italia di (M)oggi (la vicenda si svolge durante le settimane dello Scandalo Calciopoli) e, senza urlare, qualche graffio riesce a lasciarlo. Con un Solfrizzi in forma campionato.
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