Regia di Jakov Protazanov vedi scheda film
Il primo film fantascientifico della storia del cinema e, dianacronisticamente, l'escatica amnesia ultimante della sinolica bio-massa realtà/perimetastasi proiezionale del "cosmus mentis".Controbattendo, in questi termini, le confutazioni zenoniche dell'ontologia parmenidea, l'idea astrusa, monotica ed esperalmente perfetta di una parallela cosmetica a-patica è, in questa anagenica ed antiairetica pellicola, innessa all'anfistanziale e locomatico realismo onairologico, traente eliolatosi e latonimia dall'induzionale "peirasia" biologica.Aelità altri non è che la captiva "umbra iacta" della turgida ed occlusiva simpsicosi del protagonista, il quale assume a proprio beneplacito le "res vitae" per sovrapporle, quasi che se ne volesse purificare e catarcheizzare, su un'obliqua e avantorta distensionale dimensione di analiticizzazione (dis)armonizzante ed anasinetica.Se "Metropolis" è la confermazione dello sconvolgimento dell'"autoctonia" suicida patriarcale ed umanistica, "Aelita" è una querrelistica ed autoriale riflessione ( dalle sfumature, alle volte, persino dittatoriali) sulla premessa del "noumeno" aneromorfico e sull'ineluttabilità dell'incombenza cosmogonica sul Fato dell'uomo.L'espragmaticità certaminica soverchia il momento di comprensione e particolare attribuzione dei caratteri specifici alla prospettiva propensa agli occhi e forza, in un certo periodo, l'individuo all'abolimento dell'oggetto del suo perenne desiderio, con il fio della perseveranza sitosa delle proprie schematizzazioni immaginifiche.Non putacaso l'astrale mira finale dei desideri reconditi è Marte, pianeta, "dio", del "polemos".Dal narcisismo al dioscurismo.Terrificante.
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