Regia di Francesco Gasperoni vedi scheda film
Dopo Imago Mortis e Visions, ecco un altro tentativo di resuscitare l’horror italiano (coprodotto con il Marocco) che invece genera uno zombie. Forse per il nobile intento, Smile ha ottenuto il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, o forse per scambi di battute in sceneggiatura come: «Siete in ritardo». «Ho vissuto troppo tempo a Parigi», oppure come «Dobbiamo fermare questa Polaroid!». Chissà, di certo l’esecuzione è imbarazzante, con sequenze quali l’iniziale presentazione del gruppo di giovani (si fa per dire, uno dimostra più di trent’anni anche se parla di iscriversi a medicina...), con assemblaggio di fotografie modello slideshow in Powerpoint. Smile è una sorta di slasher movie, ambientato in larga parte in una remota e maledetta foresta marocchina dove non prendono i cellulari, in cui orribili uccisioni sono in qualche modo legate a una vecchia macchina fotografica (la Polaroid appunto) che uno dei ragazzi riceve in dono. Ogni cosa, dalla sceneggiatura alla realizzazione (con tanto di errori di continuità come il sangue sul volante in una delle prime scene), è tagliata con l’accetta e anche le sequenze di morte, con effetti speciali di terz’ordine, sono davvero poca cosa.
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