Regia di Luc Besson vedi scheda film
Arthur e la vendetta di Maltazard è una sorta di parentesi interlocutoria fra il primo e il terzo episodio dedicato da Luc Besson all’iniziazione alla vita di un fanciullo assetato di avventure nell’universo lillipuziano nascosto nel giardino della vecchia magione del bizzarro nonno: si precisano alcuni particolari, si rimoderna la città in miniatura, ispirandosi alla fantascienza, torna il malvagio creduto sconfitto per sempre, pretesto questo del ritorno del protagonista nel regno dei Minimei. Arthur dovrebbe essere qui arrivato al bivio pericoloso, imboccando il quale si perderà o tornerà indietro migliore, tuttavia la sosta passa del tutto inavvertitamente: il viso dipinto segna la completata simbiosi di Arthur con la natura, il tenero eden in miniatura trasformato nella frizzante Pigalle di Paradise Alley- vi sono reminiscenze varie da Il quinto elemento,a Guerre stellari- non sorprende e non fa paura, la principessa glamour rapita da Maltazar torna a casa subito e quest’ultimo latra le sue minacce agli alberi e agli uccelli. Cosicché di fronte alla scialba imitazione del colto virtuosismo dei fantasy americano, torna con più forza la perfida domanda spontanea dopo la visione di Arthur e il popolo dei Minimei : se il nobile scopo era emulare l’artigianato USA, dove sarebbe l’impronta europea? http:spettatore.ilcannocchiale.it
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