Regia di Ron Clements, John Musker vedi scheda film
“La principessa è il rannocchio” dà voce alla nostalgia di un immaginario perduto, quello delle vecchie favole, dove principi ranocchi vittime di malvagi incantesimi vagavano alla ricerca di principesse dal bacio salvifico: 3D, virtuosismo e citazionismo sono stati per il cartone animato come l’uragano Katrina per la più magica delle città statunitensi, New Orleans, ne hanno violato l’identità più che rinnovare. Il rimpianto riporta indietro le lancette dell’orologio di casa Disney, si torna al disegno a mano, eppure il trucco di Clements e Musker riesce sì e no, il ricordo è contaminato da un presente di post modernità troppo invasivo per scomparire: la culla del jazz è un palcoscenico pittoresco per le peripezie di coppie scombinate, un principe squattrinato e una cameriera sognatrice, una ereditiera e un rampollo regale ancora bambino e infine una lucciola e una stella. L’incontro fra personalità antitetiche destinate, dopo il bon ton degli attriti iniziali, a unire i cuori indissolubilmente è un ripescaggio della commedia americano classica, impreziosito però dall’alone romantico delle storia patetica della lucciola innamorata del bagliore di un astro. Nell’afroamericana Tjiana c’è l’imprimatur di Obama nonché il volitivo spirito di Rossella O’Haara, ma il domani, secondo i dettami del modaiolo oggi, è un marito ballerino fatuo e la cucina di un ristorante a cinque stelle. L’incursione del regno sotterraneo dei morti viene depurata di elementi inquietanti, la ricerca nella palude dei due sventurati, prigionieri nel corpo di una rana, è una simpatica e breve gita fra le pagine solidali del Libro della giungla. Insomma La principessa e il rannocchio finisce con il concretizzarsi nella consueta antologia di reminiscenze dotte: chapeau per il centrino ben ricamato dalla tecnica allusiva dell’art per l’art, ma la conclusione istruttiva della morale? Niente paura c’è anche quella ed è lo struggimento per il tenero intarsio di una lucciola e una stella. Mio blog: http: spettatore.ilcannocchiale.it
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