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Il messaggero - The Haunting in Connecticut

Regia di Peter Cornwell vedi scheda film

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La recensione su Il messaggero - The Haunting in Connecticut

di supadany
5 stelle

Prima di comprare, o affittare come in questo caso, una casa vecchia a buon mercato meglio informarsi bene sulla sua storia.

Già diverse pellicole hanno affrontato l’argomento e questa, pur mantenendo un livello medio di decenza, non riesce ad aggiungere elementi nuovi, ma purtroppo è anche la paura a latitare spesso e volentieri.

La famiglia Campbell affitta una casa per essere più vicini all’ospedale dove il figlio Matt sta combattendo la sua battaglia contro il cancro.

Il giovane percepisce fin da subito presenze poco rassicuranti, dapprima preoccupato che sia tutto il frutto della terapia che non funziona, ma ben presto capisce che la casa porta con se una storia di terrore.

Chiede allora l’intervento di un compagno di sventura (Elias Koteas) per scacciare gli spiriti e salvare la sua famiglia in pericolo.

 

 

Peter Cornwell dirige in maniera piuttosto ordinata un film che si ispira ad una storia vera (meglio comunque non indagare troppo tanto più che il film non invoglia più di tanto), ma pecca negli elementi che dovrebbero essere chiave in questi frangenti, ovvero la tensione e la paura.

Qualche sobbalzo c’è, ma si tratta di casi sporadici, allora non resta che aspettare la parte conclusiva dove le carte vengono mescolate un paio di volte regalando qualcosa in più, almeno a livello di spettacolo, ma questo non basta alla pellicola per compiere un salto di qualità deciso.

Peccato, perché qualche idea c’è (soprattutto fino a quando c’è un minimo di dubbio tra la possibilità che si tratti solo di visioni dettate dalla situazione fisica precaria del ragazzo), ma poi la realizzazione non riesce a proporre scene davvero forti o lampi che vadano oltre la semplice riproposizione di cose già viste diverse volte (e spesso presentate meglio).

Per il resto non si evidenzia una cura particolare degli aspetti tecnici, mentre il cast non brilla, anzi si muove tra poche luci e qualche ombra di troppo (Martin Donovan è davvero anonimo).

Dunque un film medio di cui si può fare tranquillamente a meno, sicuramente se si vuole trascorrere una serata da brividi meglio rivolgersi altrove.

Ordinario.

 

Peter Cornwell

Regia ordinata, ma era doveroso sollecitare di più lo spettatore con un maggior tasso di paura e tensione.

Virginia Madsen

Si impegna parecchio nel ruolo di madre apprensiva e preoccupata, ma la parte è fin troppo di maniera.

Elias Koteas

Soddisfacente, sembra quasi crederci.

 

Amanda Crew

Carina e semplice, forse pure troppo.

Martin Donovan

Imbolsito e anonimo.

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