Regia di Chris Fisher vedi scheda film
Senza alcun significato plausibile, nemmeno di tipo "estremo" come accadeva in Donnie Darko, dove le chiavi di lettura potevano essere molte(anche se vi consiglierei di consultare il volumetto sui "viaggi del tempo" scritto da Kelly, che si trova on line, e che spiega molte cose alla luce delle quali Donnie Darko diventa perfettamente "leggibile", anche se meno misterioso),Chris Fisher moltiplica i personaggi, le svolte, gli incroci di vite parallele, e spesso e volentieri salta ogni tipo di spiegazione(chi ha ucciso, ad esempio, i bambini nella minera?), e ci consegna un film infarcito di visioni stereotipate e prive di alcun significato, in cui i conflitti personali dei protagonisti sono amorfi e privi di spessore, e dove "assassini improbabili"(quello che potrebbe uccidere Samantha, se non fosse che...) sembrano agire dietro l'influsso distruttivo di un potere opposto a quello di un "bene" senza forma e apparentemente senza scopo, impegnato a ricostruire "strappi temporali" che non hanno nemmeno l'impatto misterioso del famoso motore del cult di Kelly. Nonostante qualche riferimento al libro on line dell'autore dell'originale Donnie(che ho citato sopra, e che sono riconoscibili), il film perde ogni significato e tende persino ad un certo moralismo(il ritorno di Samantha nel finale verso un certo luogo;che più che un'evoluzione sembra un'involuzione). E se anche gli attori alla fine recitano male, non è nemmeno colpa loro: con personaggi amorfi, stereotipati e privi di spessore, un decollo è del tutto impossibile. Rimane comunque interessante la presenza di Jackson Rathbone, uno dei pochi attori derivati dalla saga di Twilight ad avere una certa personalità(bravo in Dread), che qui tuttavia vaga con l'aria di non sapere dove si trova, o perché ci sia finito.
Inutile.
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