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The Twilight Saga: New Moon

Regia di Chris Weitz vedi scheda film

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La recensione su The Twilight Saga: New Moon

di FilmTv Rivista
4 stelle

New Moon è un film che dilata in maniera spasmodica il tempo dell’adolescenza. È un film che si colloca nell’intervallo sospeso della giovinezza, età che si conclude con l’ingresso dei ragazzi nell’età adulta, di solito segnato dal primo rapporto sessuale. Rarefatto, ripetitivo, estenuante nel suo prolungare all’infinito il tempo dell’attesa, il secondo episodio della saga di Twilight mette al centro del racconto il desiderio adolescenziale che si gonfia di paure, ossessioni e tentazioni indicibili, che affiorano piano sul pelo della coscienza. Poco dopo il diciottesimo compleanno di Bella, il vampiro Edward decide di andarsene perché convinto di rappresentare un pericolo per la ragazza. Rimasta sola, Bella stringe l’amicizia con Jacob, che però presto scopre la sua natura di licantropo. Il desiderio sessuale scatena impulsi incontrollabili, espressi tramite la retorica della mutazione. Per questo, ogni volta che i corpi si avvicinano, il contatto accende la miccia di furiose trasformazioni (il lupo) oppure rievoca la sete di sangue della bestia (il vampiro). Ed è per questo che il desiderio, sempre presente e sempre rinviato, cercato e fuggito, tanto più palpabile quanto proibito, infiamma il film dalla prima all’ultima sequenza. Chris Weitz gira un melodramma congelato in infinite contrattazioni tra i sessi (i rapporti d’amore o di amicizia sono guardinghe valutazioni su quello che si è disposti a prendere e a concedere) che ha il coraggio di operare una mutazione tutta interna al genere. New Moon, horror e storia d’amore, mette in scena una vittima che implora dall’inizio alla fine di essere morsa (Bella invoca la mutazione mostruosa come una salvezza) e un vampiro che si sottrae nel nome del controllo sui propri istinti. Un romanzo freddo e appassionato, intinto nei colori desaturati delle foreste dell’Oregon, un film che implora il sangue, il morso, l’incontro. Un teenmovie sull’orlo del ridicolo, tentato da raffinatezze inusuali, chiuso nel corpo acerbo di Kristen Stewart.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 47 del 2009

Autore: Silvia Colombo

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