Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
La storia di un mito della canzone d'autore relegato nella sua città d'origine.Questo documentario di Virzì è un omaggio affettuosissimo a un personaggio mitico della sua Livorno,quel Bobo Rondelli prima cantante dell'Ottavo Padiglione e poi solista che arriva sempre tardi all'appuntamento col successo che vada oltre il campanile della sua città.Il dubbio che mi è venuto vedendo questo documentario è che lo abbia fatto sempre apposta per non uscire dal suo tran tran quotidiano.Certo che vederlo mancare appuntamenti professionali importanti,vederlo praticamente cacciato di casa dalla moglie è veramente triste.Ma Bobo pur sentendo sulla sua pelle tutta questa malinconia cerca sempre di stemperare il tutto.Anche se non c'ha una lira in tasca,come dice lui.Un personaggio sui generis,un po' Paolo Conte,un pò Gaber,un po'Capossela,un artista malinconico che dopo aver condiviso tutti i suoi sentimenti più profondi col suo pubblico,sembra quasi tirarsi indietro.La malinconia,la tristezza lo sopravanza e poi da buon toscano cerca di buttarla tutto in burla.Ma tutto quello che aveva detto prima resta.Virzì,che appare in prima persona un po'come Kusturica nel documentario su Maradona,è sinceramente divertito dal personaggio,è legato a lui da vecchia amicizia e questo si evince dai ricordi delle loro rispettive infanzie sempre con lo sfondo della stessa Livorno.Rondelli in fondo è un personaggio emblematico di una città marinara che però sembra chiusa su se stessa,quasi immune da influenze esterne.Come Bobo continua ad andare avanti incurante di tutto quello che la circonda.E il ritratto che il regista toscano fa di questo singolare cantante e showman è in realtà un atto di affetto per la città d'origine,una cartolina che ci spedisce da Livorno rievocata anche da altri artisti del luogo.Un peccato che un personaggio di questa statura sia noto solo ai suoi concittadini...o forse è meglio così,non è stato contaminato dalla smania del successo,dalla volontà di piacere a più persone possibili,non ha abiurato dals suo stile solo per lucrare su qualche disco venduto in più.Commuove la rievocazione finale del rapporto mai risolto con un padre autoritario che no l'ha mai visto di buon occhio....ma forse è perchè da piccolo aveva battuto la testa....
omaggio affettuoso a Livorno e a un suo protagonista con un documentario appassionato e mai retorico
personaggio magnetico
appare per mezzo secondo
anche lui non appare molto di più
bella la sua chiacchierata con VIrzì e Rondelli
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