Regia di Bruce D. Clark vedi scheda film
La storia si svolge su due pianeti.
Il primo è un mondo simile alla Terra chiamato Serse.
L'altro Morganthus, ove il comandante del primo pianeta ordina di inviare una nave in missione di salvataggio per una minaccia considerata imminente , dopo che altre navi in perlustrazione hanno fatto perdere le loro tracce.
Per questo motivo l'astronave Quest decolla verso Morganthus alla svelta, creando non pochi problemi all'equipaggio, costretto a velocizzare le fasi di decollo. Quando si avvicina all'atmosfera del pianeta, improvvisamente l'astronave perde il controllo; il capitano e l'ufficiale tecnico sono in grado di effettuare un atterraggio di emergenza limitando i danni. Dopo essersi ripreso dall'incidente, il team della missione lascia la Quest per cercare sopravvissuti.
Attraversando il paesaggio del pianeta, alla fine raggiungono l'altra nave, dove trovano prove che è avvenuto un massacro. È così che l'equipaggio si rende presto conto di essere alla mercé di una specie aliena mostruosa ed intelligente, combattiva quanto affamata, che sta dando la caccia a tutti gli esseri viventi che si trova dinanzi, come una belva affamata di carne e sangue.
Sarà l'inizio di un massacro che risparmierà pochi tra i validi astronauti. Diretto con parsimonia di mezzi e qualche guizzo di ingegno da Bruce D. Clark e prodotto dal mitico Roger Corman, capostipite ed antesignano della fantascienza che vira all'horror concepita a budget fondamentalmente irrisori, Il pianeta del terrore è un gustoso fanta-thriller che si fa voler bene e scimmiotta pilastri del genere come Alien, ma con rispetto e senza eccessiva sfacciataggine. Nel cast curioso e composito, riconosciamo volti già noti come Erin Moran, la sorella di Ricky Cunningham in Happy Days, qui esperta sensitiva impiegata per carpire i misteri che si annidano nel pianeta del mistero.
Ma molti attori/ registi che avranno fortuna nel prosieguo dei pimpanti anni '80: Robert Englund pre-Visitors e Nightmare, Sid Haig pre serie di film horror di Rob Zombie, di cui divenne una orta di interprete feticcio o almeno ricorrente. E pure il futuro regista di commedie erotico-soft-patinate Zalman King. Ma soprattutto una ancor giovane Grâce Zabriskie, nel ruolo dell'ambizioso capitano Trantor, nota a molti come inquietante interprete di alcuni capisaldi della carriera eccelsa di David Lynch (nonché genitrice di Laura Palmer) e, in generale, caratterista di gran presenza scenica. Un piccolo, grazioso filmaccio insomma, con qualche momento scult difficile da dimenticare (l'alieno che copula e uccide l'avvenente astronauta bionda) e a cui è praticamente impossibile voler male.
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