Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
VOTO : 6++.
Dopo l’esperienza americana in coppia con Will Smith Gabriele Muccino torna in Italia e ritorna anche a raccontare la vita, dieci anni dopo, dei protagonisti della pellicola che lo ha consacrato al grande pubblico, ovvero “L’ultimo bacio”.
Le cose non vanno altrettanto bene, ma è anche vero che i tempi sono cambiati proprio per tutti e che comunque lo stile sovraccarico e vivo, che ondeggia tra un sentimento devastante ed una sensazione di inadeguatezza esistenziale, non si trova dietro l’angolo (pur con i difetti che lo stesso si porta con se).
Carlo (Stefano Accorsi) e Giulia (Vittoria Puccini) sono separati ed il divorzio è ormai in vista; intanto lui passa da una donna all’altra senza obiettivi, mentre lei convive con un aspirante attore (Adriano Giannini), mentre in mezzo c’è la figlia.
Gli altri se la passano anche peggio; Adriano (Giorgio Pasotti) è di ritorno a Roma dopo dieci anni all’estero e sogna di poter riabbracciare suo figlio, ma anche di rifarsi una nuova vita; Marco (Pier Francesco Favino) e sua moglie non riescono ad avere figli ed il loro rapporto è in piena crisi; Paolo (Claudio Santamaria) è schiavo dei farmaci ed ha una relazione con Livia (Sabrina Impacciatore) che potrebbe salvarlo, ma di mezzo c’è anche un bambino (di Adriano) a cui la donna deve pensare; infine Alberto (Marco Cocci) vede cosa accade agli amici e ne trae le sue conclusioni (uguali a quelle di dieci anni prima).
Nel corso delle due ore molto abbondanti succede un po’ di tutto ai “nostri” personaggi che seguono percorsi diversi, c’è chi si (ri)trova e chi si perde per sempre in una rutilante evoluzione senza soste.
Muccino sa girare eccome, ma questa non è una novità, peccato solo che “il volume della voce” sia spesso un po’ troppo alto e quindi le sue storie possano essere considerate fastidiose.
E “Baciami ancora” è senza dubbio il film più urlato di Muccino, dove troviamo parecchi sbandamenti che paiono quasi irrecuperabili (alcune scene sono negativamente debordanti, altre semplicemente forzate), ma in un modo o nell’altro il regista riesce a portare in salvo una barca pericolante.
Per il resto però ci sono anche buone notizie; la linea guida scelta in generale, a parte essere un po’ ostentata, ha un suo preciso significato e l’evoluzione dei diversi personaggi è ben definita, mentre a livello prettamente tecnico troviamo diversi squarci che questo tipo di genere in Italia non riesce proprio mai ad avere.
Buona poi la direzione degli attori (cast molto ampio), il film ha il merito di essere trascinante (e tracimante) soprattutto nell’ultima fase; mentre per i primi tre quarti della durata tutto si accavalla in continuazione al fotofinish vengono prese tutte le scelte del caso, per lo più convincenti ed emozionanti anche se non sempre spiegate benissimo.
Insomma Muccino conferma di aver talento, ma anche di non riuscire a mettere in ordine, e spiegare, tutte le idee che gli passano in testa.
Soddisfacente, tra pregi e difetti.
VOTO : 6++. Il ritorno in Italia del figliol prodigo non è stato fortunatissimo. Ha tante idee, non tutte da salvare, tiene un ottimo ritmo, ma calca un pò troppo la mano su alcune situazioni.
VOTO : 6+. Sa recitare, ma è anche un pò troppo impostato.
VOTO : 6/7. Il migliore del gruppone, anche lui, in un certo modo, torna in Italia visto che ormai lavora prevalentemente in Francia. Ci crede, ci mette un pò troppa foga, ma è credibile.
VOTO : 5,5. Personaggio troppo sovraccaricato, lui ci mette del suo.
VOTO : 6++. Gradevole new entry anche se la Mezzogiorno era un'altra cosa.
VOTO : 5,5. Look inguardabile, ha lavorato molto sul personaggio, ma in ogni caso non mi ha convinto.
VOTO : 6+. Semplice e diretto.
VOTO : 6,5. Determinata e credibile, la migliore dopo Accorsi.
VOTO : 6. Complessivamente sufficiente.
VOTO : 6. Passabile.
VOTO : 6. Sufficiente, rimane lì a fare da contorno in maniera composta.
VOTO : 6+. Poche scene, ma è comunque naturale e disinvolta.
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