Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
All’inizio pensavo che il proiezionista avesse messo il film sbagliato, con quella specie di parabola sui fantasmi ambientata in qualche comunità ebraica dell’Est Europa. Poi il film continua nello stesso modo: coerentemente, ostentatamente ebraico, come mai i Coen avevano fatto prima d’ora. Mi ha lasciato un po’ perplesso: non è una commedia, anche se ogni tanto si ride; non è neanche un dramma, anche se la vicenda è ben poco allegra; d’altra parte ai due registi la mescolanza tra i generi era riuscita meglio in altre opere. A dirla tutta, è un film deprimente dalla prima all’ultima scena (lasciata clamorosamente in sospeso): è come se il protagonista galleggiasse inerte nel mare dei suoi guai, scanditi da sogni angoscianti e dalle visite ai tre rabbini. Unica trovata davvero carina, la storiella dei denti del non ebreo e la sua non-morale; occhio anche all’avvertenza conclusiva “Nessun ebreo è stato maltrattato durante la lavorazione di questo film”.
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