Regia di Rob Schmidt vedi scheda film
Il film è tratto da una storia vera, l'assassino dell'alfabeto, serial killer americano le cui vittime erano sempre delle ragazzine sui 13 anni con le iniziali del nome, del cognome e del posto in cui venivano ritrovate, uguali. Come thriller non è malvagio, meno riuscito nelle parti (diciamo) paranormali e sui disturbi di schizofrenia della protagonista. Per Eliza Dushku (qui anche produttrice) è la seconda volta che lavora con Rob Schmidt, la prima in "Wrong Turn".
Se la cava bene, è la costruzione del suo personaggio che non va.
Sempre più imbolsito.
Bravo.
Bene.
Il ruolo è giusto per lui, bravo.
Piccola parte, comunque bene.
Bene.
Ok.
Ok.
Ok.
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