Su uno sfondo di forme strane, una piccola figura organica da vita alle lettere dell'alfabeto, poi collassa e si scioglie in sangue che gocciola su una ragazza che giace nel suo letto, che vomita a sua volta dell'altro sangue.
Note
Breve corto che traspone un incubo avuto dalla nipote di Lynch.
Lynch parte da un'idea che potrebbe essere ironica, ma la concretizzazione di un incubo avuto da sua nipote è un corto di una cupezza minacciosa e deforme: la serie dell'alfabeto imparato a scuola diventa un vero e proprio spauracchio, una escrescenza partorita da un qualcosa di concreto ma di origine inconscia. Il sangue che gocciola sulla bambina e fuoriesce dai suoi stessi occhi… leggi tutto
Una ragazzina racconta un incubo a Lynch: lui ne fa un film. In realtà si tratta soltanto di un corto (appena 4 minuti) per metà animato e nella seconda parte con protagonista la nipotina del regista, in carne e ossa. Erano i primi esperimenti con una macchina da presa professionale, nettamente meglio del precedente lavoro scolastico Six figures getting sick, ma ancora troppo poco… leggi tutto
Secondo cortometraggio di David Lynch, che propone i prodromi del suo cinema futuro attraverso disegni animati e scene girate dal vero. Non un cortometraggio tout court, bensì un esperimento, difficile da reperire in circolazione. Un esercizio di stile che oltre ad annunciarlo, tale stile, non ha grosso valore sul piano semantico essendo il frutto di un racconto onirico della nipote (tra… leggi tutto
Secondo cortometraggio di David Lynch, che propone i prodromi del suo cinema futuro attraverso disegni animati e scene girate dal vero. Non un cortometraggio tout court, bensì un esperimento, difficile da reperire in circolazione. Un esercizio di stile che oltre ad annunciarlo, tale stile, non ha grosso valore sul piano semantico essendo il frutto di un racconto onirico della nipote (tra…
L'incubo con la I maiuscola, il primo incubo di Lynch, dopo il corto sperimentale "Six Men Getting Sick". Una bambina coricata, e un coro, forse proveniente dal suo sogno, pronuncia "ABC" con voce criptica, come se l'innocenza delle loro voci nascondesse qualcosa. E' l'immagine con cui Lynch avverte che parlerà del sogno, parlerà di ciò che è dentro di noi ed esce, vuole uscire, come un…
Trovata la materia di cui sono fatti i suoi sogni e i nostri incubi, Lynch la illustra. Il prodotto è un distillato orrorifico di sostanza più basilare che mai ed effetto devastante. Già capacissimo di pugnalare il cuore della sensibilità all'arteria del turbamento, l'ancora giovane cineasta realizza la sua prima opera importante (seconda in assoluto) regalando al…
Secondo cortometraggio realizzato da un Lynch poco più che ventenne e tuttofare (regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, animazioni, suono), finanziato (mille dollari) dall'amico H. Barton Wasserman ed ispirato dal racconto di un incubo della nipote di Peggy Lentz (all'epoca moglie del regista e qui unica interprete), che il regista traduce visivamente…
Una ragazzina racconta un incubo a Lynch: lui ne fa un film. In realtà si tratta soltanto di un corto (appena 4 minuti) per metà animato e nella seconda parte con protagonista la nipotina del regista, in carne e ossa. Erano i primi esperimenti con una macchina da presa professionale, nettamente meglio del precedente lavoro scolastico Six figures getting sick, ma ancora troppo poco…
L'alfabeto scandito a mo' di filastrocca è la sistematicità del mondo degli adulti sovrapposta alla spontaneità dell'infanzia. Una lettera immessa nel cervello ed espulsa dal corpo come sangue è il cruento rito con cui si perde l'innocenza. L'incubo della piccola protagonista, fatto di disegni deformi ed inquietanti, riassume l'idea tipicamente lynchiana di vedere…
Lynch parte da un'idea che potrebbe essere ironica, ma la concretizzazione di un incubo avuto da sua nipote è un corto di una cupezza minacciosa e deforme: la serie dell'alfabeto imparato a scuola diventa un vero e proprio spauracchio, una escrescenza partorita da un qualcosa di concreto ma di origine inconscia. Il sangue che gocciola sulla bambina e fuoriesce dai suoi stessi occhi…
Cinema immobile (che a ben guardare è quasi una contraddizione). Per molti l'esercizio di girare all'interno di un unico luogo è stata una sfida, una dimostrazione di abilità, di tecnica (di uso del mezzo e di…
Della relazione tra cinema e sogno si è sempre parlato tantissimo: il rapporto è quasi destinale, forse anche perché la nostra memoria onirica è a tal punto immaginifica. Per molti registi poi riuscire a…
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