Regia di Michael Moore vedi scheda film
Un documentario imperdibile poiché esimio riguardo alla maggiore fonte dei problemi del mondo contemporaneo: il capitalismo, appunto.
Dopo la spaventosa crisi economica del 2008, di cui a 14 anni di distanza continuiamo a pagare le conseguenze (e pure ne è passata di acqua sotto i ponti, purtroppo, nel frattempo), Moore espone molti malanni di questa filosofia: quella del massimo profitto individuale, indipendentemente da ogni valutazione etica e politica.
Assai istruttiva è la disamina, reale ed equilibrata, della disumanità che tale visione della vita richiede, per essere messa in atto in modo coerente: cioè tale da offrire, a chi la abbraccia, la miglior prospettiva di una carriera nel senso corrente del termine.
Tale carriera non permette cedimenti ai diritti umani, né alle emozioni più sane nè ai sentimenti più profondi che l’essere umani richiede e impone, agli esseri umani.
Alcuni temi: insensibilità verso il dolore creato scientemente ad altri, confidando nell’ingenuità di tali altri, e, se si riesce, dell’opinione pubblica e del mondo in generale (ingenuità che viene cementata dall’ignoranza che viene a sua volta potenziata intenzionalmente dai mass media); l’irresponsabilità del rischio (la scommessa economica, dei derivati….) cui si espone altri perché se ne può trarre profitto, ma dalle cui conseguenze ci si mette al riparo; l’oramai quasi totale controllo della politica, cioè del bene comune, esercitato da criminali di razza, seriali, e in ogni caso colti, intelligenti, infaticabili lavoratori, come i “banksters”, i grandi, pochissimi padroni della finanza mondiale, come avviene da ormai quasi 50 anni.
Moore ha il merito di intingere di grande umanità, autentica, i drammi delle disuguaglianze economiche che sono l’obiettivo del capitalismo medesimo, al fine di arricchire ulteriormente i già pochi ricchissimi, e di impoverire tutti gli altri, dato che senza tale impoverimento i primi non potrebbero arricchirsi a dismisura come sognano.
Memorabili le scene della ricchissima Wall Street circondata dai nastri che usano i poliziotti per circoscrivere la zona dove è avvenuto un crimine.
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