Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Avendo letto il libro molto prima dell'uscita della versione cinematografica, sapevo già cosa mi aspettava. Ma ciò non ha sottratto nulla al piacere di vedere un film che ho trovato valido sotto ogni aspetto, e per primo il disorientamento verso il quale il regista sa spingere lo spettatore. Con gradualità, il personaggio del protagonista, caratterizzato con notazioni esplicite ed implicite nella prima parte del film (poliziotto tutto d'un pezzo, ma sofferente per la perdita della moglie e per gli orrori visti in guerra), è demolito e rielaborato. Attorno a lui viene costruita una realtà completamente diversa che lo lascia interdetto, senza difese, incapace di distinguere verità da immaginazione; allucinazioni da apparizioni reali. Lo spettatore stesso, portato ad immedesimarsi nel personaggio positivo che è il protagonista della prima parte del film, è coinvolto in questo smarrimento, essendo impossibile distinguere la realtà quale vista dal protagonista da quella prospettata da poliziotti ed operatori sanitari presenti sull'isola. Il regista riesce a rendere con molta efficacia questo disorientamento: quando è il protagonista al centro dell'azione, da solo o in compagnia delle sue visioni, prevalgono colori scuri, atmosfere cupe; nei rari momenti, concentrati nell'ultima parte del film, in cui è il personale medico al centro dell'azione, prevalgono tonalità più rilassate, nelle quali il protagonista appare effettivamente come un folle. La conclusione è aperta: illuminanti per l'interpretazione possono essere le parole della persona incontrata nella grotta: volendo - anche con l'ausilio di sostanze psicotrope - è possibile indurre a credersi folle anche chi non lo è. Pertanto: il protagonista è un folle e l'intera vicenda è stata una montatura posta in essere quale tentativo estremo di guarigione ? Il protagonista aveva scoperto la verità ma è stato neutralizzato divenendo vittima di un "lavaggio del cervello", pratica nella quale il personale medico dell'isola sembra essere addentro ? Ad ognuno la propria idea. Io non mi pronunzio, ma prendo atto del concetto espresso con le ultime parole del protagonista, prima di essere condotto all'operazione che ne minerà definitivamente ogni capacità psichica: quale che sia la verità, meglio dare l'impressione di essere mentalmente irrecuperabili e pertanto "finiti", che continuare a vivere in un limbo sospeso tra illusione, realtà, menzogne ed esperimenti medici. Una vittoria dell'uomo su una scienza arida ed invasiva. Scene ed atmosfere del film sono perfettamente in linea con il viaggio nella follia compiuto dal protagonista: con l'accompagnamento di una colonna sonora d'effetto e sullo sfondo di un'isola brulla, isolata dalla terraferma a causa di una tempesta, tra cimiteri ed installazioni sanitarie simili più a carceri che ospedali, il confine tra realtà, ricordi ed allucinazioni si fa via via più labile.
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