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Shutter Island

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shutter Island

di scandoniano
10 stelle

Teddy Daniels è un agente federale inviato su un’isola in cui è situato un manicomio criminale. Nell’avventura lo accompagna un nuovo partner, un subalterno che lo aiuterà nella ricerca di una certa Rachel Solando, evasa qualche giorno prima. Durante le ricerche, Daniels capisce che molte cose non quadrano e che sotto quell’istituzione apparentemente benevola nei riguardi dei “diversi”, c’è qualcos’altro.

Ecco, fin qui la recensione leggibile da tutti. A seguire, l’esegesi (parziale certamente data la complicata struttura narrativa inscenata da Martin Scorsese ed interpretata dal sempre più bravo Leonardo Di Caprio). Gli spoiler che seguiranno, qualora letti prima della visione, certamente rovinerebbero la visione di un film che di fatto è davvero un piccolo gioiello.

Il finale rivela la vera natura del personaggio interpretato da Di Caprio, ossia un malato di mente divenuto tale in seguito ad un trauma fortissimo, ma che si finge di un’identità diversa dalla realtà. Le sue paure, i suoi incubi e le sue allucinazioni sono semplicemente delle mistificazioni create dal suo subconscio per negare il trauma stesso. Lo staff dei medici (di lusso: Ben Kingsley e Max Von Sydow!), con cui lo spettatore entra in contrasto all’inizio del film, ma con i quali finisce per simpatizzare o addirittura immedesimarsi appena prima dei titoli di coda, ipotizza un metodo sperimentale (basato su un lavoro di gruppo dedito alla comprensione – e le minacce di lobotomia) che prova a “rimuovere” i traumi (e che purtroppo nella fattispecie fallisce miseramente).

Soggetto di Dennis Lehane, sceneggiato con grandissima maestria da Laeta Kalogridis. Notevoli anche gli accompagnamenti musicali.  In generale ci sono personaggi che sembrano usciti dall’Overlook hotel, misti ad atmosfere che sembrano tratte da “Una pura formalità”, di Tornatore (con lo straordinario contributo degli italiani Ferretti e Lo Schiavo alle scenografie).

Film che non è esattamente criptico, soprattutto dopo che anche i dettagli vengono svelati dallo staff medico, anche se per buona parte della pellicola la tensione è ai limiti dell’insostenibile.

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