Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Una delusione tanto più sentita, essendo io un fervido ammiratore di Martin Scorsese. A dire il vero, il film sembrava partire molto bene. Gli attori sono di prim’ordine e inizialmente convincenti, l’ambientazione (un manicomio criminale su un’isola selvaggia) è singolare e incuriosisce lo spettatore, la fotografia affascina, la regia e il montaggio sembrano promettere un crescendo di avvenimenti ed emozioni. Persino i primi flashback, in particolare la liberazione del campo di concentramento nazista, mi erano apparsi coinvolgenti e premonitori di chissà quali sviluppi. Poi, l’edificio ha cominciato a mostrare le prime crepe, le scene oniriche hanno preso il sopravvento sulla narrazione, i ricordi del protagonista si sono fatti fumosi e la noia si è confortevolmente installata. L’idea di continuare così per oltre due ore mi ha decisamente spaventato e, dopo una sessantina di minuti, ho interrotto con rammarico la visione. Forse ho fatto male, forse dovevo insistere più a lungo, forse c’è qualchew cosa che non ho capito, forse un giorno ritenterò di vederlo, forse... forse... Insomma, che peccato e che dispiacere!
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