Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Davvero deludente il 21esimo lungometraggio di finzione girato dal grande Martin Scorsese: sceneggiatura a dir poco confusa (tanti, troppi nomi citati nei dialoghi, troppi elementi aggiunti da una sequenza a quella successiva), musica esagerata, roboante e fastidiosa e interpreti si bravi ma che girano a vuoto o sono intrappolati in clichè. Di Caprio, alla quarta collaborazione con il regista italo-americano, sembra spaesato come il personaggio che interpreta, Mark Ruffalo interpreta un ruolo, praticamente inutile, che fa da pendant al protagonista mentre Ben Kingsley e Max von Sydow sono all'interno dello stereotipo del medico da manicomio già visto in altre decine di film. Anche due grandi caratteristi come Jack Earle Haley e Patricia Clarkson, nelle loro brevi apparizioni, aggiungono poco o nulla alla materia narrata, anzi vanno ad accumulare una storia già sovraccarica di per sè. I flashback e gli incubi che riportano alla mente del protagonista la tragedia familiare sono ripetuti in maniera troppo ossessiva. Anche Scorsese quindi, come il suo protagonista, sembra muoversi incerto in un ambiente che non gli è familiare e sempre indeciso su quale registro puntare, se horror, thriller, detection o dramma. Il risultato è un'opera che non solo è lontana anni luce dai suoi capolavori ('Mean Streets', 'Taxi driver', 'Toro scatenato', 'Quei bravi ragazzi', 'Casinò') ma anche dal livello - comunque buono, se si eccettua 'The aviator' - dei suoi ultimi film. Voto: 5.
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