Regia di Duncan Jones vedi scheda film
“Film di fantascienza "seri" (o seriosi che dir si voglia) non se ne vedono poi molti di questi tempi” (Tex Murphy).
E questo commento coglie il punto nodale del film. È un film serio o un film che si finge tale? Io propendo per la seconda. All'inzio del film si è catturati da tematiche interessanti apparentemente nuove (fonti energetiche e spazio, fanta-horror o psico-thriller, inventando generi di per sé inesistenti) ma che non vengono adeguatamente trattate nel continuo della pellicola e vengono, anzi, sostituite quasi subito da altre già trattate da film del genere. Rapporto uomo macchina (2001 Odissea nello Spazio); rapporto con lo specchio di noi stessi (Tarkovskij e remake); uomini/cloni/replicanti a scadenza (Una candela che arde col doppio dello splendore brucia in metà tempo). Nulla di nuovo insomma, neppure nella trattazione. Quando i due personaggi si accorgono di essere dei cloni l’evento apparentemente non li sconvolge più di tanto. Il profilo psicologico dell’unico personaggio è brutalmente approfondito, senza scenderne in profondità in maniera effettiva, ma fermandosi all’apparenza dell’approfondimento.
Il film tuttavia si lascia guardare, scorre tranquillamente, non appesantito da una lunghezza eccessiva e impreziosita dall’interpretazione dell’unico attore che regge bene il peso della solitudine sullo schermo. Le ambientazioni sono suggestive anche se hanno quel gusto di “già visto”. La colonna sonora accompagna bene anche se, anche in questo caso, sembra di sentire quella di Cliff Martinez che diede un marcia in più a Solaris di Soderbergh.
Serioso.
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